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Filippo Inzaghi esclusivo: “Ancelotti è il più grande allenatore. Simone? Spero di essere come lui un giorno. La Reggina? Non firmo per il terzo posto”

24.11.2022 | 23:59

Ospite in esclusiva di Sportitalia, Filippo Inzaghi, ex attaccante e ora allenatore della Reggina, ha parlato della sua carriera, da calciatore ad allenatore, svelando diversi retroscena.

Queste le sue parole: “L’arrivo alla Reggina? E’ stato tutto improvvisato, avevo deciso di prendermi dei mesi di riposo, volevo stare in vacanza, poi è arrivata la Reggina, mi hanno convinto e quando sono arrivato in aeroporto, con quell’entusiasmo, ho capito che era una sfida per me. Ho detto che è un anno zero questo perché l’anno scorso il presidente Sabatini ha fatto un miracolo a salvare il club, quindi era tutto nuovo, ci vorrà pazienza, servirà un passo alla volta per sognare. La Serie B è difficilissima, non è facile salire, la strada è molto lunga, ci sono squadre scese dalla Serie A che sono anni che non riescono a salire. Il mio obiettivo era quello di stare fuori dalla zona retrocessione, se tra 3-4 mesi saremo lì, vedremo”.

Su Simone Inzaghi e le critiche: “E’ un po’ il calcio in Italia, è un po’ come con i giovani, che non c’è pazienza. Simone non fa il fenomeno, quindi appena possono lo bastonano perchè è un bravo ragazzo. Lui sa che in questo lavoro le critiche ci sono sempre. So chi è Simone, uno che non si lamenta, che non batte i punti sul tavolo. Penso che stia dimostrando di essere un grande allenatore. Quando alleni l’Inter, il Milan, la Juve, devi lottare per ogni competizione. Cosa mi piace di lui? E’ un allenatore moderno, completo, è un buon gestore, come Ancelotti, nessun giocatore ha mai parlato male di loro. Mi auguro di diventare come lui, perchè è uno dei migliori in Europa”.

Sul Napoli: “Faccio i complimenti a Spalletti, gioca alla grande, è una delle più belle squadre in Europa, e ha una rosa lungam quindi può lottare per vincere lo Scudetto”.

Fatta al Napoli: “Al Parma giocavo poco, giocavamo una partita che per passare dovevamo vincere 4-0. Volevo andare al Napoli, però segnai, vincemmo 4-0 e rimasi. A Napoli pensarono che li avessi rifiutati, invece non è andata così”.

Tre migliori allenatori d’Europa: “Gli italiani sono i migliori d’Europa e del Mondo. Penso Ancelotti sia il migliore che abbia avuto e ancora oggi è al top. Non dobbiamo prendere lezioni da nessuno”.

Lite con Allegri: “Penso che avrei continuato anche a 39 anni, stavo bene, volevo fare ancora gol. Dopo aver fatto 316 gol, segnando col Novara, sotto la curva, penso che ho fatto bene a dire basta. Grazie a Galliani, da quel giorno ho iniziato ad allenare e alla fine mi è andata bene, perché magari avrei continuato e certi giocatori alla fine si trascinano. E quindi è stato giusto così, le soddisfazioni sono arrivate, anche da allenatore. Ricordo un Trofeo di Viareggio vinto, che per ma vale come una Champions”.

Dimissioni al posto di Mancini: “Ovviamente non essere al Mondiale fa male, però non posso dire se Mancini si sarebbe dovuto dimettere o meno. Ognuno fa le sue scelte”.

Sul Milan: “Pioli è stato molto bravo, anche con le scelte fatte, sono stati bravi, si sono meritati lo scudetto e ora spero anche in Champions. E’ chiaro che ci sono squadre superiori, ma penso che le italiane possano giocarsele fino alla fine”.

Un nuovo Inzaghi: “Non saprei, a me piace molto Immobile, e le critiche che riceve sono enormi e non è giusto, perchè ha dimostrato in questi anni di essere uno dei migliori attaccanti in Italia e merita maggiore considerazione”.

Cellino errore più grande: “No, perché a Brescia sono stato bene, è nato mio figlio, è stato un ambiente importante e no, è una storia che va detta”.

Bene in B, male in A: “E’ la mia storia, che per ora dice questo, in Serie A non è andata come volevo. Non mi interessa allenare in Serie A, B, o C, ma essere sereno e avere affetto ambienti con ambizioni”.

Milan troppo presto: “Forse sì, ero un allenatore giovane, era un momento di cambiamenti, ma ricordo che nessun giocatore mi ha mai mancato di rispetto, ma quell’esperienza mi ha fortificato. Noi facciamo un lavoro bellissimo, dove però bisogna avere le spalle larghe”.

Su Saladini: “Dò molto valore ai gesti, mi ha fatto tempestare di chiamate, poi è venuto a Ibiza dove ero in vacanza, è venuto sotto casa, è venuto anche a convincere la mia compagna. Le mogli servono anche a questo a farti ragionare, perchè io metto sempre la passione davanti a tutto. Saladini è stato straordinario. Io avevo molta paura del primo anno, e mi fa ancora paura, perchè abbiamo cambiato tantissimo. Pensavo che in 3 anni, costruendo, potevamo ambire a salire in Serie A. Lista della spesa per gennaio? Non vorrei svegliare il direttore alle 2 di notte. Per ora siamo stati fortunati, perchè quando cambi 20 giocatori non è facile azzeccarli tutti”.

Inzaghi con il VAR: “Penso a quel gol con l’Ajax, il famoso pallonetto. Tutti ricordano, come gol importante, quello lì, oltre a quello ad Atene in finale con il Liverpool. Ma quel gol a pallonetto all’Ajax, solo dopo tempo ho saputo che non è mio ma quello è un gol di Tomasson”.

La famiglia: “I nostri genitori ci hanno dato tanto, ci hanno permesso di studiare, di avere un’educazione e siamo felici di avere avuto un’educazione simile”. 

Confronto con Simone: “Ci sentiamo sempre dopo le partite, ci telefoniamo sempre, è una bella cosa, sentire anche le sue parole, un suo consiglio, mi fa sentire bene”. 

Promozione in A con la Reggina e scudetto Inter: “Sono complicate tutte e 2, l’ambizione ce l’abbiamo tutti e 2, vediamo”. 

Firmeresti per un terzo posto con la Reggina: “Tre mesi fa avrei detto sì, ma adesso direi di n0″. 

Foto: twitter Reggina