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FAIR PLAY: WHAT?

05.03.2013 | 13:48

Sul Frecciarossa Milano-Roma ogni scusa è buona per parlare di calcio. Ma quando un signore mi chiede “lei pensa che il calcio possa ritrovare un minimo di fair play?”, mi scatta una molla e mi convinco che sia una salita ripidissima. Ho in mente tre-quattro episodi degli ultimi giorni.

Se Antonio Cassano accompagnerà con questi atteggiamenti i nostri (prossimi) giorni non avremo speranze di farla franca. Secondo Moratti è un artista e come tutti gli artisti va accettato con il suo genio e la sua sregolatezza: il senso è questo, molto bene. Se in un qualsiasi posto di lavoro qualcuno facesse il 30 per cento di quanto combinato da Cassano, troverebbe la lettera sul tavolo: licenziamento per giusta causa. Invece, tra un po’ ci costringeranno a chiedergli scusa, senza un perché. Conosco il mio mondo, quello che frequento da oltre trent’anni. E mi viene da sorridere quando leggo che Cassano non ha chiesto scusa, ma ha svolto un grande allenamento. Incredibile. Che significa? Sarebbe come se un detenuto venisse scarcerato, dopo avergli dato l’ergastolo, perché alla prima ora d’aria ha assunto un comportamento ineccepibile. Ma conosco il mio mondo, non mi scandalizzo. E so che prima di spendere una critica qualcuno preferirebbe l’isolamento. Sono i ruffiani che, per l’indole da opportunisti un po’ falsi, su qualsiasi argomento giocano sempre per lo 0-0…

Penso a quel signore che in treno chiede lumi sul fair play e mi vengono in mente altre due situazioni. Roma-Genoa e un bel gesto di Ballardini che chiede alla squadra di scaraventare il pallone fuori per permettere i soccorsi a un avversario. Quindi lascia l’area tecnica, non vuole perdere tempo immaginando di evitare qualsiasi tipo di sanzione. La risposta dell’arbitro Gervasoni è “prego, si accomodi“. Espulso, non ci sono parole. Quando ascolterò Braschi e Nicchi parlare di buon senso cambierò canale, nella speranza che qualcuno interrompa il balletto di parole al vento.
Il fair play non si acquista al supermercato come il mitico Massimino avrebbe voluto fare con l’amalgama. E se fosse possibile acquistarlo al supermercato, bisognerebbe fare un abbonamento a Massimo Zappino, portiere del Frosinone, che ha festeggiato la vittoria sul Latina indossando una bella maglietta con su scritto “Pontino bastardo”. Probabilmente all’insaputa del club che ogni mese gli paga uno stipendio non soltanto per parare, ma anche per assumere un comportamento corretto.
Cos’è il fair play? Una pura declamazione verbale, un soffio di vento spazzato via dallo tsunami dell’inciviltà, due parole per riempirci la bocca, l’alibi di chi utilizza frasi fatte senza sapere di cosa stia parlando.
Intanto, Cassano si è allenato a grandi livelli. Era quello che contava, ci interessava proprio saperlo. Fair play: what?