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Faggiano, quando il Trapani non è più una questione di cuore

24.07.2016 | 00:56

Un mese fa il direttore sportivo Daniele Faggiano aveva spiegato la sua rinuncia al Bari. Aveva detto, spargendo quasi lacrime, che non se la sarebbe sentita di lasciare Trapani e di tradire il comandante Morace. Queste le sue dichiarazioni rilasciate a Tuttomercatoweb: “Ci sono dei momenti in cui bisogna fare delle scelte ed essere uomini. Il mio presidente merita questo e altro. Mi sento uno della famiglia, avevo dato una parola e quella è stata. E poi non potevo certo tirarmi indietro a mercato già cominciato”. Circa un mese dopo la musica è cambiata, il cuore non funziona più, Faggiano decide di lasciare il Trapani nel bel mezzo dell’estate e della campagna acquisti. Lo ha chiamato il Palermo e lui motiva che non sarebbe stato possibile rinunciare. Perché? Certe cose vanno fatte in un determinato modo, non bastano quattro righe sul sito. Meglio restare in silenzio. Ci sono modi e momenti per congedarsi con un club, la forma vale più della sostanza e fa capire quanto cuore ci sia. Oltre un mese fa l’Empoli si era preparato all’eventuale sostituzione di Carli e aveva sondato Faggiano chiedendogli quale fosse il suo ingaggio e restando un po’ spiazzato dopo aver conosciuto la cifra. Ma lasciamo perdere i soldi: Trapani ha vissuto una grande stagione, per meriti anche di Faggiano. M proprio per questo Faggiano si sarebbe dovuto congedare meglio: è vero che gli autobus passano spesso una sola volta nella vita, ma lo stile e l’affetto verso un club che non meritava di essere abbandonato sul marciapiede non si acquistano al supermercato. Neanche per 1 milione di euro.