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Dybala: “Bello essere un esempio per i bimbi, Pirlo e Del Piero i miei idoli bianconeri. Con Higuain…”

25.11.2016 | 16:52

Intervistato da una sfilza di bambini, nell’ambito dell’iniziativa della Juventus “Junior reporter”, Paulo Dybala ha rilasciato tra le altre queste dichiarazioni: “Iniziai a fare gol quando avevo 4 anni, con i miei fratelli disegnammo una porta sul muro di casa. I nostri genitori videro una marea di graffi e per poco non ci ammazzarono! (ride, ndr). Cosa rompevamo più spesso? Le piante, per questo motivo mia madre ci portava a giocare al campetto o in piazza perché non ce la faceva più a cambiare tante piante. La mia esperienza a scuola? Ho fatto dal primo all’ultimo anno, sono riuscito a conciliare gli impegni scolastici con lo sport. I miei genitori mi dicevano che se non fossi andato bene a scuola non sarei andato neanche al calcio. Cosa vorrei cambiare del mio gioco? Tornassi indietro migliorerei la forza fisica il mio destro, cercando di portarlo allo stesso livello del sinistro, c’è un po’ di disparità di cui avrei fatto volentieri a meno. Cosa deve mangiare un calciatore? Mangiate tutto quello che potete, è questo il momento in cui potete farlo. Poi quando sarete più grandi cominciate ad eliminare ciò che non fa bene. Io fino a 15 anni mangiavo di tutto, dalle patatine fritte alla cioccolata, poi piano piano ho lasciato tutto. I più simpatici nello spogliatoio? I più burloni sono Dani Alves, Higuain e Asamoah, ma in generale siamo un bel gruppo fatto di persone allegre che sanno stare insieme. Se ho mai pianto dopo una sconfitta? Mi è capitato in Argentina a 17 anni dopo aver perso una finale, poi per fortuna arrivando in Italia non mi è più successo. L’arrivo di Higuain? In questo momento siamo inseparabili, passiamo molto tempo insieme e il fatto di andare insieme in Nazionale ha aumentato la nostra amicizia. I miei idoli alla Juve? Semplice, Pirlo e Del Piero. A cosa penso quando faccio gol? Prima di tutto al mio papà che non c’è più, è a lui che dedico tutti i miei gol. Poi festeggio con i miei compagni e con la mia famiglia che è sempre presente allo stadio. Perché non ho barba? È una questione di famiglia, ma preferisco che non mi crescano i peli, non voglio avere la barba, fino ai 30 anni ne farei a meno. Io so di essere un ragazzo fortunato: faccio quello che mi piace, quando entro in campo sono tranquillo e so che posso dare il meglio, è bello essere un esempio per i bambini. Le mie punizioni? È questione di allenamento, ci lavoro tantissimo e per fortuna questa è una delle mie qualità”.

Foto: Twitter Juventus