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Drenthe rivela: “Real? Via per colpa di Mourinho. Una sera al casinò…”

10.11.2017 | 17:01

Royston Drenthe, ex calciatore olandese di Feyenoord e Real Madrid – tra le altre – ha rilasciato un’intervista ai taccuini di Marca, soffermandosi anche sulla sua esperienza in camiseta blanca. Ecco le sue dichiarazioni: “Mio padre è stato ucciso per le strade di Rotterdam quando avevo tre anni, ma mia madre me lo ha nascosto per un bel po’ di tempo con l’obiettivo di proteggermi: ai tempi ero piccolo, non aveva scelta. Mi diceva che era stato un incidente, però la realtà era un’altra. Ho deciso di ritirarmi dal calcio a trent’anni perché non ero felice. Ero stanco e deluso. Non mi piace il mondo del calcio professionistico. Real Madrid? Resto un tifoso delle merengues. Era un club in cui c’era tutto, ho giocato nel miglior club della storia con i migliori giocatori. Posso dire di aver vissuto un sogno. I problemi per me sono iniziati con l’arrivo di Mourinho, colui che mi fece lasciare il Real. Nell’estate del 2010 ho lavorato duramente, Marcelo era infortunato e quindi potevo avere spazio per giocare. Eppure, improvvisamente, durante l’ultimo giorno di mercato mi ha detto che dovevo andare via. Ho avuto meno di 24 ore per scegliere una squadra… A Madrid spesso uscivo di notte, anche in gran segreto. Non è facile dire di ‘no’ ogni sera, perché Madrid offre molte molte tentazioni: ristoranti, feste, ragazze. Una volta insieme ad un amico sono andato in un casinò e all’improvviso abbiamo visto due belle ragazze. Abbiamo passato tutta la nottata insieme a loro, ma alla fine ci chiesero 1000 euro a testa. Non pensavo assolutamente di doverle pagare, ma alla fine abbiamo dato loro tutte le fiches che avevamo vinto al casinò”.

Foto: AS