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DIONISI, IL BOMBER CHE PER LA STORIA SUONA SEMPRE DUE VOLTE

29.09.2015 | 09:30

Storia. Impossibile per adesso non abusare di questo termine alle latitudini della Ciociaria, considerato che ieri, a cinque giorni dal clamoroso pareggio allo Juventus Stadium valso il primo punto in Serie A, è arrivata persino la prima storica vittoria. Bottino pieno contro l’Empoli, padrino – suo malgrado – del battesimo deluxe del Frosinone. Dal 23 al 28 settembre del 2015 per continuare a scrivere la storia, appunto, e guardare con rinnovato ottimismo all’annata da matricola nell’Olimpo dei più grandi. Le quattro sconfitte consecutive sono un ricordo appannato, la squadra di Stellone sta probabilmente prendendo le misure alla nuova realtà e lancia la sua candidatura alla salvezza, obiettivo che – se centrato – equivarrebbe ad uno scudetto per la società del presidente Stirpe.

Se contro la Vecchia Signora era toccato imprimere il proprio marchio a Leonardo Blanchard, juventino doc, contro i toscani è stato Federico Dionisi a calamitare su di sé le luci della ribalta. Doppietta da attaccante col pedigree, dapprima lesto a ribadire in rete una respinta di Skorupski su conclusione di Ciofani e, poi, liberato involontariamente da Mario Rui, abile a freddare l’estremo difensore ospite in uscita con un preciso sinistro insaccatosi sotto la traversa. Risultato? Stadio “Matusa” letteralmente in visibilio per i giallazzurri, che grazie ai tre punti hanno contestualmente scavalcato Carpi, Verona e Bologna, agganciando in classifica proprio la banda Giampaolo a quota quattro.

“E’ sicuramente una bella soddisfazione, cogliamo i frutti del lavoro fatto finora. In alcune gare avevamo giocato meglio, oggi invece abbiamo raccolto punti importanti. Dopo le difficoltà delle prime partite siamo stati bravi a non demoralizzarci, continuando a lavorare sodo come richiestoci dal mister. Oggi, dopo un primo tempo non eccezionale, siamo stati bravi a sfruttare le chance che ci sono capitate. Personalmente mi impegno ogni giorno per dare il mio contributo, ma prima del singolo viene la squadra”, queste le parole proferite a caldo della punta 28enne dopo l’exploit. In particolare, riguardo all’ultimo inciso, va aggiunta una postilla. È vero che il rendimento generale viene prima di quello individuale, in aderenza ad uno dei cliché più consolidati, ma è anche vero che mai Federico potrà dimenticare quei 23 magici minuti, a cavallo tra il 58’ e l’81’. Già, perché le due realizzate all’Empoli, sono state contestualmente le sue prime reti in Serie A, un proscenio che il ragazzo aveva calcato per quattro spezzoni  (77 minuti in tutto) prima di questa stagione, sempre con la maglia del Livorno. In realtà una massima serie Dionisi l’ha frequentata, quella portoghese nel 2013-14: buono il ruolino di 8 gol in 24 presenze, ma non sufficiente ad evitare la retrocessione a quell’Olhanense molto italiano.

Per il resto molta B per lo specialista laziale, che nasce a Rieti il 16 giugno del 1987 e inizia ad accostarsi al mondo del calcio sgambettando per la Polisportiva di Cantalice, per poi approdare in Serie D al Monterotondo con cui va a segno in 21 occasioni da giovanissimo fino al 2006, con l’esperienza nella Primavera del Messina a fungere da intermezzo. Poi ancora gavetta, la C2 con Atletico Roma e, soprattutto, Celano (27 reti in 74 apparizioni), prima della grande chiamata del Livorno che il 2 gennaio del 2009 ne ufficializza l’acquisto, lasciandolo tuttavia in prestito in Abruzzo fino al giugno successivo. Al netto di un’ottima parentesi alla Salernitana (10 gol nella seconda parte dell’annata 2009-10), in totale all’ombra dell’Ardenza mette a referto 35 segnature in 112 partite, prima di volare in Portogallo per l’avventura già ricordatavi. Quindi la svolta ciociara, con il Frosinone che lo preleva dal club di Spinelli il 28 luglio del 2014 e lui che ripaga la fiducia trascinando a suon di gol – insieme a Daniel Ciofani – i compagni alla promozione in A, suggellata il 16 maggio scorso proprio da una sua doppietta al Crotone nel 3-1 finale.

Anche in quel caso Federico Dionisi suonò due volte, come i migliori bomber travestiti da postini. 

Foto: Eurosport.it