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DALLA STRADA AL CALCIO CHE CONTA: ECCO OTÁVIO, “EL PEQUENO CRAQUE” DEL PORTO

15.09.2016 | 10:00

La Champions League è la competizione europea più affascinante, oltre che più prestigiosa. La coppa dalla grandi orecchie regala emozioni e storie uniche. Il nostro personaggio del giorno ha realizzato, ieri sera, in Champions il suo primo gol in Europa. Il suo nome è Otávio Edmilson da Silva Monteiro, conosciuto semplicemente come Otávio. Il ragazzo classe 1995 nasce a Joao Pessoa, in Brasile. Si appassiona al calcio sin da piccolo e, come molti ragazzini brasiliani, inizia a giocare a futsal. Nel suo quartiere gioca per strada o sulla spiaggia. Sandali o scarpini non importa, ci si diverte ovunque possa rotolare un pallone insomma. Il talento è cristallino e Otavio non ci mette molto a farsi conoscere: nel 2009 Elton Cuenca, dopo aver assistito a sole due partite del giovane brasiliano, decide di portarlo all’Internacional di Porto Alegre.

Non c’è dubbio: “Il ragazzo qualità. Tecnica, controllo palla e  dribbling, farà carriera”. Nelle giovanile della squadra di Rio Grande arrivano i primi successi: nel 2010 la Copa Nike, la Manchester United Premier Cup e, un anno dopo, la Copa Carpina.  Una scalata che non passò inosservata e che convinse i dirigenti dell’Internacional a proporgli un contratto professionistico. Una sogno che diventa realtà.
L’esordio tra i grandi arriva nel 2012, a diciassette anni, cinque mesi e sei giorni (il secondo esordiente più giovane dopo Pato nella storia del club) contro il Santos. Con mister Dorivàl Junior in panchina colleziona 13 presenze impreziosite da giocate e assist che incantano tifosi e addetti ai lavori. Nel 2013 arriva Dunga sulla panchina dell’Internacional ed Otàvio sa che è il momento di affermarsi: “Voglio giocare di più, ad ogni allenamento miglioro con l’aiuto di gente come Forlan e Damiao”. Niente di più vero.

Il trequartista è imprendibile nell’uno contro uno grazie ad un’ottima accelerazione nel breve. Mette in crisi le linee difensive avversarie grazie alla capacità di dettare l’ultimo passaggio. I giornalisti brasiliani lo paragonano a Kakà per il modo in cui Otavio accarezza il pallone.

Nel 2014 arriva la tanto attesa chiamata: il talento di  Joao Pessoa si trasferisce al Porto, da sempre società attenta al calcio sud-americano. Il calcio europeo però, è più fisico del Brasilerao. La tecnica del numero 7 non basta, occorre il fisico. Per questo dopo una stagione, priva di gioie in realtà, nei Dragões va in prestito nel Vitória Guimarães. L’esperienza nella squadra bianconera lo aiuta ad ambientarsi. Seppur brevilineo il ragazzo riesce finalmente ad farsi valere nei contrasti di gioco e viene soprannominato “el pequeno craque, il piccolo fantasista a causa dei suoi 171 cm di altezza.

Il calciatore sembra pronto finalmente a imporsi anche in Europa e, in estate, il Porto punta su di lui. I biancoblu sono impegnati nei preliminari di Champions League contro la Roma. Otavio scende in campo nel doppio confronto contribuendo al passaggio del turno dei Dragões. Il classe 1995 viene schierato come esterno destro nel tridente offensivo ma spesso e volentieri scende nella propria metà campo per prendere palla. Fa salire la squadra e dispensa assist per i compagni. Manca solo il gol. Detto, fatto, Nella sfida di ieri sera tra i portoghesi e il Copenaghen (conclusa 1-1) il 21enne sblocca la gara al 13° minuto di gioco dopo uno splendido assist di tacco di Andrè Silva. Una gioia immensa, più che meritata per un ragazzo cresciuto a pane e calcio. Il Porto, ancora una volta ci ha visto bene, “El pequeno craque” è pronto a diventare grande.