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DAGLI ESORDI DA RECORD CON IL SAN NICOLÁS ALLA PANCHINA DELL’UDINESE: JULIO VELÁZQUEZ, IL NUOVO CHE AVANZA

08.06.2018 | 09:46

Udinese è quasi sempre sinonimo di sorpresa. La premiata ditta Pozzo e co., negli ultimi anni, ha sicuramente regalato gioie al popolo friulano, ma anche dolori e delusioni, scegliendo sempre di osare e, spesso, riuscendo a fare bingo. La storia della società bianconera, ma anche delle diverse proprietà sparse per l’Europa della famiglia Pozzo, racconta di giovani lanciati nel grande calcio (vedi Sanchez, i colombiani Cuadrado e Zapata, il ghanese Asamoah o lo sloveno Handanovic), o giocatori riportati a buoni livelli. Oppure, ancora, scommesse rivelatesi, con il tempo, assolutamente vincenti.
L’ultima sorpresa, con tanto di firma ieri, si chiama Julio Velázquez, fa l’allenatore (anche se ha l’età di un calciatore a fine carriera) ed è il nome nuovo, e giovane, della serie A del prossimo anno. Tecnico spagnolo, votato più che altro alla fase offensiva, come tradizione impone, che arriva in Friuli per cercare di dare stabilità e risultati a un ambiente che negli ultimi tempi è stato spesso scontento.
Julio Velázquez Santiago, doppio cognome, nasce a Salamanca il 5 ottobre del 1981, e, curiosamente, non ha un trascorso degno di nota da calciatore. La sua carriera è iniziata, prestissimo, in panchina, prima con i giovani e poi facendo il salto fra le prime squadre iberiche, guidando formazioni con tanti giocatori spesso più grandi di lui. Inizia giovanissimo, nel 1997, nelle formazioni giovanili del San Nicolàs, per poi trasferirsi, negli anni, nei vivai di Sur, Betis Valladolid, Laguna e Peña Respuela, dove ha guidato la prima squadra nel campionato regionale. Ha continuato, a 25 anni, facendo bene all’Arandina, per poi spiccare il volo fra i professionisti alla guida della Poli Ejido, prima con il rodaggio nel vivaio e poi con l’occasione di guidare la prima squadra in terza divisione nel 2010. In mezzo, un’altra piccola esperienza alla squadra B del Valladolid. I buoni frutti del suo lavoro in Andalusia lo portano al Villarreal, club noto e sempre fra le prime posizioni in Liga, che decide di inserirlo fra i tecnici che si occupano della seconda e terza squadra. Nel 2011 guida la formazione C, l’anno dopo è protagonista con la B e nell’estate del 2012 viene addirittura promosso a guidare la formazione A. L’esperienza sulla panchina del submarino amarillo in Segunda Division dura sei mesi, poi arriva l’addio, e la sua nuova destinazione, nell’estate successiva, è il Real Murcia, che dirige per 45 partite con uno score di 16 vittorie, 18 pari e 11 sconfitte. L’avventura al Betis Siviglia, che lo ingaggia per ritornare in Liga, dura solamente cinque mesi, fino a novembre del 2014, ma il mese successivo è di nuovo in gioco, accettando la panchina del Belenenses in Primera Liga portoghese. Dopo un anno a Lisbona, e l’addio nell’ottobre del 2016, arriva la chiamata dell’Alcorcon. Con i gialloblù conquista due salvezze consecutive, l’ultima chiudendo al 13° posto in Segunda, per uno score totale di 25 vittorie, 27 pareggi e 30 sconfitte nelle 82 apparizioni in panchina. Il caposaldo del suo gioco è la difesa a 4, con il modulo che può variare da un 4-2-3-1 più offensivo e propositivo a un 4-4-2 più scolastico. La curiosità? Nelle due esperienze con i club più importanti, Betis e Villareal, dopo il suo esonero entrambe le squadre, a fine stagione e con altri allenatori, hanno raggiunto la promozione in Liga.
A Udine arriva con tutta la sorpresa e i dubbi del caso, già con il record di tecnico più giovane della serie A: toccherà a lui, con le scelte di mercato prima e quelle di formazione poi, far ricredere gli scettici. Julio Velázquez, uno spagnolo in Friuli che ha voglia di farsi conoscere dal calcio italiano.

Foto: Twitter Udinese