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Da Thiago e Sandro a Zapata-Acerbi

09.08.2012 | 10:35

 

I ministri della difesa. Indiscutibilmente i migliori. L’estate scorsa il Milan stava preparando una stagione sulla carta ricca di soddisfazioni, sapendo di poter contare e puntare su Thiago Silva e Sandro Nesta. Non è andata benissimo, ma su quei due nessuno si può permettere di spendere la minima critica.
 
Thiago è la classe in persona, il telecomando da utilizzare quando perdi l’orientamento, quando non sai a chi a rivolgerti e cerchi una guida sicura. Thiago è la bussola, non ti sbagli. E quando commette qualche errore, gli oh di meraviglia si sprecano per ventiquattro ore di fila. Di Nesta cosa si diceva? Non ha il fisico di una volta, gli anni passano per tutti. Ma quelle quindici-venti partite giocate come solo Sandro sa rappresentano una delizia per gli occhi. Il difensore moderno, senso dell’anticipo e concretezza, persino improvvisi blitz dalle parti del portiere avversario per collezionare qualche gol grazie a uno stacco imperioso.
 
All’improvviso, forse non tanto all’improvviso, i due Maestri se ne sono andati. Dicono che sarebbe stato impossibile resistere alla mega offerta del Paris Saint Germain. Va bene. Dicono che Nesta non ne poteva più dei sistemi di Allegri e che ha preferito il calcio canadese pur di tagliare corto. D’accordo. Ecco come si è consumato un doppio addio che fa male, molto male, a chi mai avrebbe voluto rassegnarsi al contemporaneo congedo di due Artisti con simile spessore tecnico-tattico.
 
E bisogna dirlo con tutto il rispetto che si deve a Cristian Zapata e Francesco Acerbi. Il colombiano è reduce da una stagione anonima con il Villareal: i maligni dicono che l’Udinese non vedeva l’ora di liberarsene e che ha subito capito di aver fatto un affare sostituendolo con Danilo. Se tornasse lo Zapata dei primi anni friulani, potrebbe essere utile. Su Acerbi penso tutto il bene di questo mondo, è un ragazzo dal gran temperamento e con qualità importanti. Ma quando guidi la difesa del Milan devi essere scortato nel migliore dei modi, altrimenti rischi di imbarcare troppa acqua. Sarà utile l’esperienza di Bonera, tuttavia ci vorrebbe soprattutto il miglior Mexes, quello che – per motivi anche fisici – durante il primo anno in rossonero si è perso per strada.
 
Intanto, siccome le chiacchiere stanno a zero, inutile girarci troppo. Salutando Thiago e Sandro, il Milan ha perso un mondo intero di solidità. E di sicuro le valutazioni prescindono dai cinque schiaffoni rifilati dal Real Madrid nella notte. In bocca al lupo, soprattutto a Max Allegri.