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Da Bozzo a Raiola, lo stile non è acqua

26.07.2012 | 10:45

 

Mi chiedono: ma non parli degli agenti? Vorrei, certe volte mi mordo la lingua, stavolta non posso trattenermi. Tutto nasce dalle sortite di Mino Raiola che può permettersi qualsiasi cosa, va a ruota libera, invade la corsia di emergenza e nessuno si preoccupa di fermarlo. Assurdo.
 
Negli ultimi giorni Raiola è tornato sulla vicenda Cavani, consigliandogli di lasciare il Napoli. Aggiungendo, anzi, che se dipendesse da Edinson avrebbe già deciso. Invece, purtroppo Cavani non ha il coraggio di uscire allo scoperto. Parole di don Mino. Bene, tutti quei giornalisti che hanno il Napoli nel cuore (dicono), che commentano il Napoli, che dicono di essere vicini al Napoli a livello nazionale, non hanno speso una parola. Facile capire perché: per una notizia si farebbero attraversare da un tir, quindi il buon Mino può dire quello che gli pare. Assurdo bis.
 
Lo stile non è acqua fresca. Raiola è bravo nei rapporti nazionali e internazionali, magari a strappare mega contratti, ma lo stile non gli compete. Il rispetto per gli altri non dovrebbe essere un optional. Basterebbe prendere esempio dall’avvocato Bozzo che fa dello stile un marchio di fabbrica. L’avvocato Bozzo gestisce un numero impressionanti di assi, ha sfondato in altri sport, potrebbe essere un manager internazionale. E magari un giorno, stufo del calcio, lo diventerà. Rispetto a Raiola, spesso Bozzo ha vicende più impegnative da gestire. Se ti devi confrontare con Cassano sai quando è giorno, ma spesso non capisci quando finisce la notte. Eppure, fateci caso, mai una parola fuori posto, mai una polemica, lo charme di chi sa come trattare e quando intervenire. Se Raiola avesse lo stesso numero di assi di Bozzo, probabilmente non avvertirebbe la necessità di parlare degli assistiti degli altri. Oppure temo che sarebbe la stessa cosa: ah, lo stile… Basterebbe qualche ripetizione a settimana, come quando vai in Russia, non conosci la lingua e in qualche modo devi cercare di adattarti.
 
Bozzo non è da solo perché fortunatamente ci sono quelli che riescono a intuire il confine tra le cose da fare e quelle da non fare. Alessandro Lucci è un altro dal profilo professionale incontestabile, ma la lista potrebbe continuare con i vari D’Amico, Vigorelli, Silvio Pagliari e compagnia.
 
Se ci fosse la buonanima di Angelo Massimino, presidente di un mitico Catania, consiglierebbe a Raiola di acquistare una scatola di stile al supermercato. Non si può, peccato.