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City, con Mansour cartellini per 1,6 miliardi. Ma il dna Champions è roba per pochi, Liverpool compreso

05.04.2018 | 16:43

In Inghilterra e non solo oggi si fa un gran parlare del 3-0 rifilato ieri dal Liverpool al Manchester City nell’andata dei quarti di Champions, disputatasi nel mitico catino di Anfield Road. I Reds hanno ribaltato il pronostico, che li dava per sfavoriti anche tra le mura amiche, con una prima mezzora da sogno, mettendo una seria ipoteca sulle semifinali: al ritorno basterà un solo gol per costringere i Citizens a segnarne 5. Le due squadre, nel campionato che gli Sky Blues si apprestano a vincere aritmeticamente, sono separati da 18 punti. In Europa però è diverso, serve anche il dna da Champions. Una certa abitudine alla competizione, che il Liverpool non vince da 13 anni, dalla famosa notte di Istanbul con la rimonta da urlo al Milan. Ma i rossi del Merseyside nel corso della loro onorata storia hanno levato al cielo 5 Coppe dalle grandi orecchie, due volte sono stati invece sconfitti in finale, e il dna è sempre rimasto felicemente imprigionato tra le mura di Anfield. Mentre il City, malgrado gli investimenti faraonici sostenuti dallo sceicco Mansour, che dal 2008 a oggi ha speso circa 1,6 miliardi di euro per i soli cartellini (gli ultimi 290 milioni in questa stagione), mai è riuscito a vincere la massima competizione per club. La Champions è l’obiettivo primario della proprietà, a maggior ragione dopo l’avvento in panchina di uno specialista come Guardiola. Ma il dna da Champions non si compra al mercato, serve tempo affinché inizi ad albergare nelle cellule di una squadra di calcio. In pochi ne dispongono: Real Madrid (primatista di vittorie, ben 12) e Barcellona, che resteranno sempre le favorite per la vittoria finale finché Ronaldo e Messi saranno in attività. Ma anche Bayern, Liverpool e storicamente Milan, trionfatore in ben 7 edizioni. Anche la Juve ne è munita, ma solo parzialmente: l’ostacolo finale non è stato superato in 7 occasioni, le ultime 5 delle quali consecutive. E la sfida di ieri tra Reds e Citizens ha dimostrato ancora una volta (il discorso è valso anche per Real-Psg agli ottavi) che il dna Champions pesa più dei petroldollari.