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Capello: “Seguiamo la Germania e ripartiamo. Inter? Il vero test per Conte sarà l’anno prossimo”

11.05.2020 | 12:00

Fabio Capello, ex ct di Russia e Inghilterra, ha toccato più argomenti al Corriere dello Sport: “Soddisfatto per la ripartenza degli allenamenti collettivi? Sì, perché il calcio dà lavoro in Italia a centomila persone e perché, da sportivo, penso che lo scudetto si vince e si perde sul campo. Come Paese ne usciamo male? Con troppi proclami e protagonismo. E con tanta confusione. Ma senza direzione e concretezza. Non sappiamo ancora dove andare”.

Un nuovo contagio può fermare tutto? “Sì, se non cambiano le regole d’ingaggio del virus. Perciò ho proposto un torneo di 40 giorni in ritiro permanente, come ai mondiali. Dobbiamo sapere che, se tornano a casa da moglie, figli e amici, possono contagiarsi. La soluzione adottata dalla Germania sarebbe la soluzione ideale. Ma in Italia è tutto più difficile. Abbiamo un debole per le complicazioni».

Sugli infortuni: 
“Temo gli infortuni più del virus. Hanno lavorato due mesi in casa con molti limiti, e adesso hanno voglia di entrare subito in forma. Il rischio muscolare è già alto negli allenamenti. Se si giocheranno tre partite a settimana, il recupero fisico tra una prestazione e l’altra è difficile”.

Le cinque sostituzioni potrebbero avvantaggiare la Juventus: “Solo se Lazio e Inter avranno molti infortuni. Le squadre di vertice hanno rincalzi di qualità, per far giocare un titolare venti minuti in meno. Lo slittamento delle coppe aiuta i bianconeri? In teoria sì, ma è la testa che fa la differenza, non il corpo. La testa a posto ce l’ha soprattutto la Lazio, che ha tenuto a Roma tutti i suoi giocatori”.

Su Dybala: “Se parli con gli atleti contagiati, ti dicono che fisicamente hanno preso una bella botta. All’inizio ci vorrà cautela con loro”.

Sull’Inter: “Il test per Antonio sarà l’anno prossimo. Ci vuole tempo per entrare nella testa dei giocatori. Però è una situazione così incerta, che tutto è possibile, anche una rimonta”.

Sulla Super Champions: “Non mi pare il momento migliore per progettarla. Bisogna rimettersi in sesto, ci aspetta un calmieramento dei prezzi e degli ingaggi dei calciatori. Sarà un mercato diverso. Non solo per le quotazioni più basse, ma perché sarà più lungo e ci vorrà più fantasia. Ci saranno più scambi e meno cash. Un baratto? Non esattamente, ma qualcosa di simile”.

Foto: Twitter Suning