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TECNICA SOPRAFFINA E CLASSE PURA: BRAHIM DIAZ, L’ENFANT PRODIGE CHE HA STREGATO PEP

11.05.2018 | 10:00

brahim diaz

Negli ultimi anni, le big della Premier League, in virtù della loro enorme forza economica e anche grazie ad una struttura ben ramificata di scouting, sono riuscite a strappare tantissimi giovani talenti alle società estere, soprattutto dalle preziose cantere spagnole, come per esempio quella del Malaga. Per esempio, il fiore all’occhiello del vivaio del club andaluso, nel dicembre del 2014, è stato “scippato” del Manchester City. Il suo nome? Brahim Abdelkader Diaz, esterno offensivo o trequartista, di nazionalità spagnola ma di origini marocchine, tutto tecnica e fantasia, già da qualche tempo aggregato stabilmente alla prima squadra dei Citizens guidata da Pep Guardiola, da tanti anni grande estimatore di Diaz.

Non a caso, di Brahim Diaz se ne parla in giro per l’Europa già da tempo. Ha una storia particolare legata in qualche modo proprio a quella di Guardiola. Pep lo voleva al Barcellona quando ancora militava nelle giovanili del Malaga e a distanza di anni se lo ritrova in Inghilterra, nel Manchester City, quasi a sorpresa. Brahim Diaz è nato in Spagna, il 3 agosto 1999, da padre marocchino e madre spagnola. Come detto, cresce calcisticamente nelle giovanili del Malaga, poi la prima chiamata che gli segnerà la vita: dall’altra parte del telefono c’è un rappresentante del Barcellona, Brahim viene invitato insieme alla sua famiglia a visitare il Camp Nou. Una convocazione ufficiale che ha come scopo finale quello di portarlo a La Masia, residenza della gloriosa cantera blaugrana. Guardiola, infatti, stravede per quel gioiellino del Malaga e lo vuole a tutti i costi. Il padre Abdelakder firma un accordo di massima con il Barça, una semplice scrittura privata che però non ha nessun valore giuridico. E quando l’affare sembra in procinto di andare in porto, il Malaga offre un rinnovo a cifre importanti, considerata la giovanissima età di Brahim e – soprattutto – la crisi economica della sua famiglia. Niente Barcellona, Diaz resta al Malaga. Almeno fino al dicembre del 2013, quando alla porta del club andaluso bussa il Manchester City, che da diverso tempo (così come gli altri top club inglesi) ha iniziato a fare la spesa in Spagna, a modo suo. Ecco che allora Brahim Diaz vola in Regno Unito e si arruola tra le giovanili dei Citizens per un’operazione da circa 300 mila euro. Il ragazzo, però, fino ai 16 anni non può giocare tornei ufficiali per via di alcuni regolamenti UEFA. Dopo aver brillato nell’Academy, nella quale si è messo in luce a suon di gol, assist e numeri da urlo, a settembre del 2016 Brahim debutta con i grandi in un match contro lo Swansea valevole per la Coppa di Lega. Guardiola gli regala circa 10 minuti, una sorta di premio per le sue brillanti prestazioni con l’Under 23 allora allenata da Patrick Vieira. Con la formazione U23, infatti, il classe ’99 ha giocato 22 partite, segnando 8 gol e sfornando 6 assist per i suoi compagni. Le sue qualità non passano inosservate anche ai piani alti del club, e Pep Guardiola, che probabilmente non si era scordato di quel ragazzino arrivato in tour al Camp Nou, lo ritrova convocandolo per le amichevoli pre-campionato del City. Brahim scende in campo nei match di International Champions Cup contro Manchester United, Real Madrid e Tottenham, segnando addirittura nelle ultime due occasioni, nonostante il minutaggio ridotto. Prestazioni che hanno spinto Pep ad aggregarlo stabilmente alla prima squadra, con la quale ha già collezionato 10 presenze complessive.

Tecnica sopraffina, dribbling, visione di gioco e fiuto del gol. E’ questo il biglietto da visita di Brahim Diaz, calciatore dalla classe pura e dalle spiccate doti offensive. In Inghilterra è stato subito paragonato a David Silva, con il quale condivide il piede preferito – il sinistro – oltre che la nazionalità e il club. Diaz è abilissimo palla al piede, incarna fedelmente quella che è la scuola calcistica spagnola degli ultimi anni, che sta sfornando talenti da ogni dove. Potenzialmente è un giocatore che può fare la differenza in quella zona di campo tra il centrocampo e l’area di rigore avversaria, dove serve la qualità che solo i grandi campioni hanno. Brahim riesce infatti ad avere un controllo di palla come pochissimi suoi coetanei, grazie al quale ha sviluppato una tendenza quasi automatica a puntare gli avversari e saltarli con dribbling micidiali, in qualsiasi modo, creando spesso e volentieri superiorità numerica nelle zone nevralgiche del campo. A volte sembra quasi rallentare e cercare l’avversario solo per saltarlo, ma in realtà è un giocatore piuttosto concreto, capace di segnare tanti gol e inventare assist illuminanti. L’adattamento alla Premier League è un processo molto lento, sopratutto per un ragazzo che si affaccia per la prima volta a certi palcoscenici, ma Diaz – anche grazie all’aiuto del suo grande estimatore Guardiola – è riuscito ad integrarsi fin da subito all’interno del mondo Citizens, dove attualmente è prospetti più promettenti dell’intera Premier. Sarà molto interessante vedere come e quanto Pep riuscirà a sviluppare le potenzialità di questo talento purissimo: le premesse per una carriera da vero top player ci sono tutte.

 

Foto: Twitter Squawka