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Bonucci: “I fischi dello Stadium? Mi hanno caricato, ora darò tutto per il Milan. Su Donnarumma, Buffon e la Juve…”

17.04.2018 | 09:46

Leonardo Bonucci, difensore della Nazionale e capitano del Milan, ha parlato durante la trasmissione Tiki Taka in onda su Italia 1. Queste le sue principali dichiarazioni: “La fascia di capitano al Milan? Anche negli anni passati, alla Juve, mi sono sempre preso le mie responsabilità. Fa parte del mio carattere. Ora sono maggiori perché sono capitano, ma non è un peso perché per proteggere lo spogliatoio sono sempre in prima linea. Milan-Napoli dalla tribuna? Mi ha pesato tanto non giocare ieri. Vivo il calcio per giocare partite come questa. I fischi dello Stadium? Mi hanno caricato. Io sono per la libertà di espressione: il tifoso paga il biglietto e ha il diritto di contestare. Ho dato tutto per la Juve, per quella maglia e farò così anche con il Milan. Cosa cambia tra la difesa a tre e quella a quattro? Nella difesa a 3 ho maggiori libertà in fase di impostazione. In quella a quattro la sezione di campo è più limitata. Non dimentichiamo però che io sono cresciuto con il 4-2-4 di Ventura e giocavo sul centro-sinistra. Che voto darei alla mia stagione? Sei e mezzo. Le aspettative erano altre, ho accettato questa sfida con il sogno di giocare la Champions con il Milan e siamo ancora in corsa. È difficile ma non è utopia. Dobbiamo vincerle tutte da qui alla fine. Cosa farei in caso di qualificazione in Champions? Potrei farmi la barba bionda. Montella? Montella ha riportato il Milan in Europa e questo basta per dirgli grazie. In questa stagione si è inceppato qualcosa nell’ingranaggio e siamo stati brutti da vedere. La condizione era quella che era, quando giochi partite ogni tre giorni fai uno sport diverso. La corsa scudetto? Qualche chance c’è ancora, ma la Juve ha dimostrato anche quest’anno di essere una grande squadra, con giocatori fuori dalla norma. Il Napoli sta disputando un grande campionato: ora sta avendo un po’ di flessione, ma è normale perché ci sono stati tanti impegni. Lo scontro diretto sarà decisivo. Cosa rende così speciale la Juve? Esiste la mentalità vincente, ma ci sono anche i giocatori con una personalità tale da mantenere viva questa mentalità. A Vinovo si respira quest’aria vincente, la stessa che ha portato Gattuso. Donnarumma? Ha ancora tanti margini di miglioramento. Ogni tanto lo attacco quando commette degli errori, lo insulto a fin di bene. A 19 anni ha disputato 100 presenze in Serie A, c’è tanto materiale su cui lavorare, ma bisogna renderlo unico. Reina? Non vedo perché non possano coesistere. Cutrone? È uno che mi piace, mi ci rivedo. Ha una voglia incredibile. Non molla mai, è sempre sul pezzo. Farà strada. Che cosa ho pensato guardando Roma-Barcellona? Partita esaltante e divertente vista da fuori. Faccio i miei complimenti a Di Francesco, che con le sue mosse tattiche ha messo in difficoltà il Barça: la difesa a 3 e l’aggressività hanno permesso di recuperare palla in avanti ed essere pericolosi. Col Liverpool se la giocherà. È d’obbligo augurare l’in bocca al lupo alla Roma, al calcio italiano e ai miei compagni di Nazionale. Spero possa diventare una grande cavalcata. Noi siamo andati a un passo, quando arrivi in finale ovviamente fa male perdere. Ha fatto più male la sconfitta di Cardiff: eravamo convinti di essere più forti del Real, che non aveva fatto un cammino esaltante. Nel secondo tempo invece hanno alzato i ritmi del pressing e ci hanno messi in difficoltà. Se mi avrebbe dato fastidio se la Juve avesse vinto in questa stagione? A livello personale sarebbe stato un duro colpo, ma l’avevo messo in preventivo. La Juve resta forte a prescindere dai giocatori: vincere 3-0 al Bernabeu non è da tutti, c’era la possibilità di centrare l’impresa. Mi dispiace per Gigi e Giorgio perché se lo meritavano, perdere così nel recupero è tremendo. Le dichiarazioni di Buffon? Nella sua lunga carriera si è costruito un’immagine perfetta come calciatore: non si è mai lamentato, non ha mai puntato il dito contro nessuno. Le dichiarazioni dell’altra sera sono frutto della rabbia per aver lasciato qualcosa di incompiuto. Dispiace che, per la carriera che ha fatto, non abbia chiuso con la ciliegina. Come deve ripartire il calcio italiano dopo la mancata qualificazione al Mondiale? C’è ancora tanto dolore che a giugno aumenterà quando vedremo gli altri giocare il Mondiale. Questo è il calcio, dobbiamo ripartire e far crescere i giovani nelle big italiane. Ci manca esperienza, qualità e talento ci sono ma spesso i ragazzi lottano in squadre da salvezza o metà classifica. Serve far crescere meglio i talenti che ci sono”.

Foto: Milan Twitter