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ANTICIPO E SENSO DELLA POSIZIONE: MARASH KUMBULLA, IL BABY DA RECORD CHE HA CONQUISTATO IL VERONA

10.10.2019 | 11:30

Prima la sorprendente fiducia dimostratagli da Ivan Juric, che lo ha impiegato in quasi ogni uscita stagionale del suo Verona. Poi il primo gol tra i “grandi”, che lo ha portato ad essere il più giovane marcatore nei cinque migliori campionati europei 2019/20 e il primo difensore baby a fare centro nella nostra Serie A (a segno finora tra i non-difensori: Pellegri, Kean, Vignato, Traoré e Kulusevski). Infine la seconda chiamata consecutiva di Edy Reja per il doppio impegno della Nazionale albanese, alla ricerca di una complicata rimonta che possa garantirle un posto alla fase finale di Euro 2020. Insomma, gli ultimi mesi di Marash Kumbulla non sono stati niente male. A soli 19 anni di età, il difensore si è già affermato come perno centrale della linea a tre scaligera che ha impressionato in questo inizio di campionato concedendo meno tiri in porta di qualunque altra squadra (sì, anche Juventus e Inter) e incassando più reti solo dei nerazzurri di Conte. Un traguardo decisamente notevole per una squadra neopromossa.

Suo padre Lin descrive Max (così Marash viene chiamato dai più) come un ragazzo con la testa sulle spalle e forse persino troppo timido. Uno che nello spogliatoio dell’Hellas è entrato in punta dei piedi, per evitare di calpestare quelli altrui anche involontariamente. Eppure, in queste prime uscite si è distinto proprio per il suo gioco aggressivo, d’anticipo. Per le sue scalate in avanti, per la pressione messa all’avversario e la capacità di sfruttarne il conseguente errore. È stato il migliore del suo reparto (composto da altri nomi poco conosciuti come quelli di Rrhamani, Dawidowicz e Gunter) per intercetti e tiri respinti ogni 90’, dati Whoscored che ne evidenziano le spiccati doti nel posizionamento. Ma se nessuno è perfetto, di sicuro non si può pretendere la perfezione da un 19enne. Per esempio, un giallo e un rosso per doppia ammonizione in cinque uscite sono sanzioni pesanti da ricevere. Inoltre, tutti i suoi colleghi precedentemente citati hanno fatto meglio di lui nei contrasti, vincendo almeno il 75% degli stessi contro il suo “misero” 55% (a sua parziale discolpa, è lui ad averne tentato il maggior numero). E nonostante i suoi 185 centimetri d’altezza, Kumbulla non ha convinto particolarmente neanche sui contrasti aerei: in percentuale, anche stavolta è ultimo nel suo reparto. Una spiegazione è certamente il suo fisico longilineo, che necessita un irrobustimento per permettergli di competere contro i possenti centravanti della Serie A. Soprattutto visto che il suo idolo e il suo modello calcistico – come confessato dal diretto interessato – risponde al nome di Giorgio Chiellini.

Marash Kumbulla nasce l’8 febbraio 2000 a Peschiera del Garda, in provincia di Verona, ricevendo il suo nome in eredità dal nonno paterno scomparso in un incidente d’auto a soli 49 anni e per questo mai conosciuto. Suo padre Lin, albanese come sua moglie Mimoza, era arrivato in Italia con un gommone nel ’96, pagando un milione di lire allo scafista e rischiando la vita come altri cinque dei suoi sei fratelli. Dopo aver lavorato per anni come muratore, ora possiede un’impresa edile con venti dipendenti e un ristorante, il Gustoza. E in Italia sono nel tempo arrivati anche circa una sessantina di parenti, che hanno attraversato l’Adriatico in modo molto più agevole di lui e che adesso sono sparsi tra Peschiera e Castelnuovo del Garda.

Nato e cresciuto in Veneto, Max da bambino tifa Milan e a soli otto anni entra nelle giovanili del Verona. Risale le varie categorie meritando la chiamata delle selezioni minori dell’Albania, selezione cara ai suoi genitori i cui colori difende sin dall’U17. A 16 anni, decisamente sotto età, è già parte della squadra Primavera. In estate frequenta i campus estivi organizzati dell’Hellas, dando una mano agli educatori e ribaltando la prospettiva vissuta quando era bambino. Nel 2017 firma il suo primo contratto professionistico, ma deve attendere l’anno successivo per l’esordio in Prima Squadra, che arriva il 12 agosto 2018 nello scontro di Coppa Italia perso per 2-0 a Catania. A novembre rinnova già il suo contratto fino al 2022, a dicembre debutta anche in Serie B, subentrando nei 16 minuti finali della vittoria per 4-0 contro il Cittadella. Quella però, per via di una serie di problemi fisici che ne hanno rallentato l’ingresso in pianta stabile in Prima Squadra, resta la sua unica apparizione nello scorso campionato di cadetteria. Durante l’estate la Juventus U23 prova l’affondo, senza riuscire. “Mi sono presentato al ritiro dopo l’infortunio e ho lavorato tutta l’estate con l’obiettivo di giocare in Serie A. L’ho sempre sognato, sin a quando sono entrato in questo club, all’età di otto anni”, ha raccontato al sito ufficiale della società scaligera in estate.

Il sogno si avvera presto. Il tecnico Ivan Juric dichiara di non guardare alla carta d’identità prima di compiere le proprie scelte e mantiene subito la parola, lanciando Kumbulla da titolare già alla prima di campionato. A 19 anni e 6 mesi, l’italo-albanese fa il suo debutto in Serie A nell’1-1 contro il Bologna e subito dopo, il 31 agosto, viene convocato per la prima volta nella Nazionale maggiore albanese. Il commissario tecnico è Edy Reja, ex Napoli e Lazio tra le altre, che non lo impiega però nelle sfide di Qualificazione a Euro 2020 contro Francia e Islanda. Torna al suo club e continua a incassare la fiducia del suo tecnico. È titolare contro Lecce, Milan e poi anche contro la Juventus. A Torino, però, rimedia nei minuti finali l’espulsione per doppio giallo che gli costa il successivo impegno contro l’Udinese. Al rientro dalla squalifica, Juric lo lascia in panchina anche a Cagliari, ma non contro la Sampdoria alla settima giornata. Coi blucerchiati, Kumbulla è titolare e già al nono minuto si libera completamente nell’area avversaria colpendo violentemente di testa il pallone sul corner di Veloso e scagliandolo in rete per l’1-0 che apre la strada al successo scaligero. “È stato stupendo fare gol al Bentegodi in Serie A. Una vera e propria favola”, commenta il classe 2000, per il quale le sorprese potrebbero non esser finite in questo straordinario autunno: tra oggi e lunedì l’Albania si giocherà contro Turchia e Moldavia la difficile qualificazione agli Europei del 2020 e Reja ha nuovamente inserito il suo nome nella lista del convocati delle Aquile. Difficile trovare un’occasione migliore per testare le qualità tecniche e caratteriali di un ragazzo che, a soli 19 anni, si è già preso il Verona.

Foto: twitter Verona