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JOSÉ MOURINHO, L’INSAZIABILE SPECIAL ONE

25.05.2017 | 11:30

Il Manchester United trionfa in Europa League e torna ad alzare al cielo un trofeo continentale dopo un lungo periodo di digiuno durato ben 9 anni. L’amuleto José Mourinho ha funzionato ancora, l’Ajax è battuto. Pogba al 18′ e Mkhitaryan in avvio di ripresa, permettono ai Red Devils di far partire la festa in quel di Stoccolma. Per Mourinho è un traguardo importante che, innanzitutto, regala allo United l’unico trofeo mancante in bacheca. Inoltre, la vittoria di ieri consente l’accesso diretto alla prossima Champions League nonostante il sesto posto ottenuto nell’arco della regular season in Premier League. Pertanto, lo Speciale One, ha molteplici motivi per poter sorridere. Ma durante la sua carriera, Mourinho, aveva già palesato la sua insaziabile fame di successo. Il portoghese di Setúbal è nato per vincere: lo dicono i risultati, le statistiche e i numeri. Già ai tempi del Porto giunsero i primi successi europei, prima nella vecchia Coppa UEFA contro il Celtic e poi, nella stagione successiva, in Champions League nella quale a restare a mani vuote fu il Monaco di Didier Deschamps. Poi l’esperienza con l’Inter, vincente in tutto e per tutto. Avventura, quella nerazzurra, che permise a Mourinho di tirar fuori tutta la propria immensa personalità, quella tipica di chi non può arrivare secondo sul podio: nel 2010 il tanto celebrato Triplete con campionato, Coppa Italia e Champions. Mourinho, in appena due stagioni nel nostro paese, ha scritto una grande e indelebile pagina di storia.

Poi l’esperienza al Real Madrid dove, pur non trionfando in Europa, riesce a portare a casa una Liga, una Coppa di Spagna e la Supercoppa. A quel punto Mourinho decide di tornare in Inghilterra, precisamente al Chelsea, per tentare di migliorare il proprio score con i Blues. In realtà conquista soltanto un campionato e una Coppa di Lega, in campo internazionale sembra essersi rotto qualcosa. Ma durante la scorsa estate, dopo l’esonero sulla panchina del club londinese, decide di ripartire da Manchester e con lo United. Una scelta netta e fatta con convinzione che, conti alla mano, si è rivelata a dir poco azzeccata. Un connubio assolutamente vincente quello tra Mou e i Red Devils, soprattutto se consideriamo le ultime stagioni post Alex Ferguson. Mourinho ha ridato lustro ad un club che da un paio d’anni viveva di soli ricordi. Il tecnico portoghese, carismatico e per molti anche poco simpatico, quest’anno può vantare la conquista di un suo personalissimo Triplete: Community Shield, Coppa di Lega ed Europa League. Tre titoli in una sola stagione, la prima, sulla panchina dello United. Mourinho possiede il dna del vincente e da ieri è il terzo allenatore della storia, dopo Trapattoni e Benitez, ad aver vinto la seconda competizione per club alla guida di due squadre differenti. L’unico rammarico potrebbe essere non aver avuto a disposizione Zaltan Ibrahimovic, ma la vittoria è dedicata anche e soprattutto a lui. In fin dei conti Mou ha un animo nobile, lo dimostrano le sue dichiarazioni rilasciate dopo i festeggiamenti rivolte alle vittime coinvolte nell’attentato di Manchester: “Ieri non ho voluto parlare perché volevo far dimenticare gli eventi ai miei giocatori, così che fossero pronti a fare il loro lavoro. Sono stato d’accordo con la decisione della Uefa di giocare la partita, ovviamente cambierei la vittoria della Coppa con la vita di chi non c’è più, ma non posso e così spero solo di aver regalato un minimo di gioia alla città di Manchester”.

José Mourinho, la semplice storia di un vincente: 4 finali europee su 4. Il Manchester United si gode il momento e aggiorna il suo prestigioso palmarès: 20 Premier League, 12 Coppe d’Inghilterra-FA Cup, 5 Coppe di Lega inglese, 21 Community Shield, 3 Champions League, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Mondiale per Club, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Uefa. La sensazione è che l’Europa League rappresenti soltanto l’inizio di un eccezionale e – nemmeno a dirlo – vincente ciclo ricco di successi proprio con Mou seduto in panchina all’ombra dell’Old Trafford.

Foto: Twitter Europa League