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Ringhio con dedica: quando il lavoro è “veleno”, rispetto (che non c’era) e appartenenza

18.06.2020 | 00:07

Rino Gattuso, per tutti Ringhio, è in quel manifesto-spot a fine partita quando – con la Coppa Italia in bacheca – ha parlato di “veleno sempre” come se pensasse già alla prossima partita. Inevitabile, conoscendolo appena un po’. Quel senso di appartenenza che era stato smarrito all’interno di un’incredibile gestione in negativo di Carlo Ancelotti. Il signor Ringhio era stato accolto malissimo dagli orfanelli mediatici di Carletto, gli avevano detto che mai sarebbe riuscito a trovare il bandolo. Quando avrebbero dovuto puntare l’indice sulla disastrosa gestione di Ancelotti, evitando di accogliere con poca cortesia e garbo un allenatore che aveva ovviamente zero colpe su quanto accaduto in precedenza. La dedica di Gattuso alla sorella Francesca, sentitissima, è anche la dedica nei riguardi di chi dovrebbe rispettare il lavoro di un allenatore, almeno dandogli il tempo di indossare la tuta e di conoscere i suoi nuovi ragazzi. Adesso sul suo carro ci saranno tutti, anche quelli che non lo hanno rispettato.

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Foto: Twitter ufficiale Napoli