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TECNICA, KILLER INSTINCT E TANTA GAVETTA: “BLACK MARCUS” BERG, IL GOL NEL DNA

08.10.2017 | 10:15

La Svezia ha un piede e mezzo nel playoff di novembre in vista del prossimo Mondiale di Russia 2018. I gialloblù, nella serata di ieri, hanno dilagato contro il malcapitato Lussemburgo, spazzato via con un roboante 8-0. A Solna i padroni di casa sbloccano il match al 10′ del primo tempo con l’ex Genoa Andreas Granqvist, che dagli undici metri non sbaglia. Poi ci pensa Marcus Berg, assoluto protagonista dell’incontro, che all’8′ e al 37′ travolge già nel primo tempo quel Lussemburgo che aveva clamorosamente bloccato la Francia sullo 0-0. Il centravanti svedese ne segna altri due – siamo a 8 reti in 8 partite – nella ripresa: bel destro a giro al 54′ e incornata al 71′. Nel mezzo, le reti di Lustig (60′) e il secondo centro dal dischetto di Granqvist (67′). Chiude i giochi un destro al volo di Toivonen al 76′. Successo che permette ai Blågult di tenere la Francia sotto pressione per il primo posto nel girone A (Galletti con un solo punto di vantaggio) e di consolidare il vantaggio di tre lunghezze sull’Olanda, ormai a un passo dalla clamorosa eliminazione: gli Oranje, per accedere ai playoff, dovranno battere proprio la Svezia con almeno 7 gol di scarto nell’ultima giornata della fase a gironi. Un’impresa quasi impossibile, soprattutto con questo Marcus Berg in stato di grazia.

Marcus Berg è nato il 17 agosto 1986 a Torsby, piccolo comune svedese nella contea di Värmland. Soprannominato fin da ragazzino “Svarte-Marcus” – dove svarte sta per nero – per via del colore dei suoi capelli e per i tanti gol segnati a livello giovanile, venendo accostato a Filip “Svarte Filip” Johansson, bomber del Göteborg negli anni ’20. Proprio da lui “Black Marcus”, come è stato ribattezzato una volta lasciata la Svezia, ha ereditato il soprannome. La sua carriera è iniziata però in una delle squadre della sua città natale, l’IFK Velen, per poi passare al Torsby IF. Il suo nome finisce sul taccuino del blasonato IFK Göteborg che nel 2003 scommette su di lui. In squadra c’è già suo fratello Jonatan, centrocampista classe ’85 che tra il 2010 e il 2012 ha vestito anche la maglia del Taranto. L’esperienza con i biancoblù è ricca di soddisfazioni e in tre anni raccoglie 53 presenze in Allsvenskan realizzando 21 reti, oltre a 2 gettoni in Europa League e 6 gol in 4 gare nella Coppa Intertoto. Le ottime prestazioni non passano inosservate e nell’agosto 2007 gli olandesi del Groningen staccano un assegno da 4 milioni di euro per strapparlo agli svedesi. L’esperienza nei Paesi Bassi è fantastica e Berg segna a raffica: sono 44 i centri in 69 partite. Numeri da capogiro che convincono l’Amburgo a investire 10 milioni di euro nell’estate 2009. L’impatto con il calcio tedesco sembra buono visto il gol all’esordio, ma, nonostante le 10 reti in 44 partite tra tutte le competizioni, non riesce a convincere gli anseatici a insistere su di lui. Arriva così il ritorno in Eredivisie, in prestito al PSV Eindhoven, con cui nella stagione 2010/11 colleziona 41 presenze condite da 11 reti. Tornato in Germania non riesce a mettersi in luce come vorrebbe e, dopo due campionati in cui raccoglie 26 presenze e 3 gol, decide di cambiare aria. Arriva così nel luglio 2013 la chiamata del blasonato Panathinaikos che non si lascia scappare l’opportunità di tesserare “Black Marcus” a parametro zero. I trifogli vengono da un momento economicamente difficile e da un deludente sesto posto, ma Berg si rende subito protagonista andando a segno 15 volte in 29 partite nella stagione regolare contribuendo al quarto posto finale. Nei playoff realizza un gol e contribuisce alla qualificazione per la Champions League, mentre in Coppa di Grecia si laurea capocannoniere con 7 gol in 5 gare trascinando i verdi alla vittoria finale. La stagione 2014/15 inizia però nel peggiore dei modi: alla prima di campionato contro il Levadiakos si frattura la clavicola ed è costretto a stare ai box per tre mesi. Marcus non molla e torna in campo a fine ottobre riprendendo a segnare con regolarità. Al termine della regular season sono 13 i centri in 19 apparizioni che garantiscono al Panathinaikos la seconda piazza alle spalle dell’Olympiakos. Anche ai playoff risulta decisivo con 3 gol in 5 partite che significano qualificazione alla Champions League. Berg raccoglie anche 4 gettoni e 5 sigilli in Europa League, mentre nella coppa nazionale arriva soltanto un gol in 3 partite. Nell’ultima stagione all’ombra dell’“Apostolos Nikolaidis”, il bomber svedese saluta con l’ennesima annata da urlo: 31 gol e 10 assist nelle 46 presenze complessive. Numeri impressionanti che, la scorsa estate, gli permettono di strappare un ricco contratto biennale all’Al-Ain Sports and Cultural Club, la squadra più titolata degli Emirati Arabi Uniti. La nuova esperienza inizia nel migliore dei modi: 3 gol nelle prime 3 presenze in maglia biancoviola, che testimoniano ancora una volta le impressionanti doti realizzative del classe ’96.

Marcus Berg può contare su un fisico importante (184 cm per 76 kg), che gli consente comunque di essere abbastanza agile e veloce. Ambidestro, è dotato di un’ottima tecnica che lo facilita quando si tratta di saltare gli avversari nell’uno contro uno. Forte di testa, non è raro vederlo segnare con pregevoli colpi di tacco o giocate acrobatiche. Nella nazionale svedese ha spesso fatto coppia con un certo Zlatan Ibrahimovic, dimostrando di reggere il confronto con il fuoriclasse del Manchester United. Attaccante completo che può fungere sia da prima che da seconda punta, Berg ha reso manifesto con i fatti di saper segnare in tutti i campionati in cui ha giocato e in tutti i modi. Chiedere al malcapitato Lussemburgo per credere… Il nativo di Torsby ha spazzato via l’ultimo avversario della Svezia con una quaterna da urlo, dimostrandosi ancora una volta un cecchino infallibile. E dopo aver fatto tanta gavetta, giocando in Svezia, in Germania, Olanda e Grecia, chissà che in un prossimo futuro non possa cimentarsi nel campionato italiano. A 31 anni appena compiuti, Berg ha tutte le carte in regola per far bene anche nel Belpaese. A suon di gol, ovviamente.

Foto: Twitter Squawka