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Sarri: “Felice per il rinnovo di Insigne, può essere una bandiera. Su Mertens e il secondo posto…”

22.04.2017 | 13:33

Alla vigilia del lunch match con il Sassuolo, il tecnico del Napoli Maurizio Sarri ha parlato in conferenza stampa aprendo con l’argomento del giorno, ovvero il rinnovo di Lorenzo Insigne: “Sono felice perché si può innescare una bella storia, può essere la bandiera della sua città, sono cose romantiche, ma oggi siamo alla vigilia di una partita ed i pensieri vanno verso altre cose. La gara di domani? Giochiamo contro una squadra forte, una società forte e basta vedere i numeri. Quest’anno ha pagato la prima esperienza europea, ha avuto un numero incredibile di infortuni e non s’è ripetuta, ma nella gara singola è pericolosissima. Il Sassuolo è organizzato, con più fortuna sugli infortuni poteva ripetere la scorsa stagione. Resta una squadra forte nelle singole partite, al di là della classifica che non è sua. Ha movimenti offensivi importanti. Hamsik? Ieri si è allenato, vediamo oggi come va. Non voleva fermarsi, ma era giusto per un giorno o due non rischiare. Il nostro è un ciclo forte, ma io penserei anche ad altre cose. Siamo arrivati al punto che si fa un passo avanti o indietro, altrimenti non resti per anni ad alti livelli. Sono contentissimo, rappresento questo ciclo, ma per un futuro a lungo raggio ci sarebbero tanti ragionamenti da fare. Egoisticamente penserei solo al nostro ciclo e direi sono contentissimo. Quando lo scudetto? Io penso il Napoli attuale non possa programmarlo, ci sono altri club più forti sotto tanti punti di vista, ma noi dovremo cercare l’evento, dobbiamo capire se nel calcio c’è ancora spazio per i sogni. Io sono convinto ci sia ancora spazio per la poesia, il cuore, l’anima, la gente, dobbiamo verificarlo. Nel calcio di oggi è più difficile, ma c’è margine. Io penso che il quarto fatturato non può puntare allo scudetto, poi può succedere e rappresenta qualcosa di particolare. Vincono sempre le squadre con più fatturato, è difficile ed un evento il contrario. Succede in Inghilterra, lì è più facile perché anche le squadre medie hanno fatturato di grandi livelli, in altri paesi è più difficile.Deve essere un sogno, non un qualcosa di programmato. Progetto a lunga scadenza? Io ho un contratto in scadenza se consideriamo la clausola rescissoria che entra in vigore. Formazione? Uno o due giocatori possono cambiare nella mia testa, ma a grandi linee ci siamo. Secondo posto? Dobbiamo fare di tutto, i ragazzi sanno che non c’è quasi margine di errore. Passa tutto per le partite, non contano nulla le tabelle. Bisogna avere la testa solo sulla partita di domani. Abbiamo quattro giocatori in doppia cifra? Significa che sono giocatori forti, non ci sono idee che possano tenere. Il nostro miglioramento non passa da questo, fare 103 o 115 gol a volte è uguale, ma subirne di meno fa la differenza. Il margine di crescita è nella solidità, ma ci sono miglioramenti perché nel girone di ritorno siamo secondi per tiri subiti. Abbiamo ancora qualche margine come mentalità, dobbiamo curare meglio i particolari a livello individuale e collettivo. Come personalità nel gestire le partite, manca ancora un po’ di sicurezza. Siamo cresciuti come anima e cuore, lotta per raggiungere l’obiettivo. Aspetti che ci fanno essere leggermente positivi, ma da monitorare perché non possiamo darli per acquisiti. Mertens la mia grande gratificazione? Sì, ma se ci avessi messo uno scarso avrei fatto un errore. È come parlare di sostituzioni azzeccate. Dries si sentiva suo quel ruolo, ha fatto bene, anche se avevamo in mente quel ruolo già dalla preparazione quando ha giocato lì. La morte di Scarponi? È un giorno triste, incredibile morire in allenamento. È stato un corridore forte, personaggio bello, sempre sorridente, spiritoso. Ho conosciuto alcuni suoi compagni, me ne hanno sempre parlato come un punto di riferimento. Una persona umanamente di grande livello. La mia permanenza oltre la prossima stagione? Non ne ho idea e non ci penso. Che ne posso sapere, magari litigo con De Laurentiis e ci prendiamo a testate (ride, ndr). Io ho risposto solo alla domanda se è programmabile uno scudetto, io ho detto solo che secondo me non è possibile se non cambiano delle cose. È un sogno, non programmazione”.

Foto: Twitter Napoli