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Ronaldo-5 maggio-Calciopoli-Mou-Triplete-Inter del presente: Moratti si racconta a Sportitalia

22.09.2017 | 23:07

Sportitalia ha trasmesso integralmente l’intervista esclusiva all’ex patron dell’Inter, Massimo Moratti. Eccone tutti i passaggi più significativi: “Credo che l’Inter sia partita bene per merito dell’allenatore e di ottimi giocatori che ci sono. Adesso bisogna mantenere questa continuità che è la cosa meno facile, senza abbattersi se non ci sono partite stupende. Dobbiamo raggiungere velocità nel gioco. Bisogna sempre pensare di poter vincere lo scudetto, questo ti consente di arrivare più in alto possibile. Spalletti ha tutte le caratteristiche per poter essere un allenatore vincente con l’Inter, anche perché in Italia non ha mai vinto molto pur avendo grandi qualità e quindi c’è anche questa componente di ambizione da parte sua. Ha un carattere forte, è analitico e attento. Poi è chiaro che tutto debba girare nel modo giusto. Ha un carattere diverso da Mourinho e Mancini e ha un modo differente di giocare. La Roma giocava molto bene con Spalletti e penso possa dare anche all’Inter quel genere di gioco. Il parallelo Icardi-Zanetti come capitani? Posso dire che Javier era speciale perché arrivò giovanissimo mostrando le doti che lo avrebbero fatto diventare un mito, come la continuità e il gran lavoro. Icardi ha un ruolo diverso ma ha la volontà di far bene, se ha fortuna io penso che possa rimanere per tanti anni all’Inter. Come vedo Zanetti vicepresidente? Bene, ma è chiaro che dipende da ciò che gli fanno fare, è un ragazzo per bene e crescerà anche come dirigente. L’acquisto di Ronaldo? Non è stata una trattativa difficile, ma c’è stato il timore che potesse fallire, credo sia stata la realizzazione di un sogno, ma le trattative difficili sono un’altra cosa. L’Inter oggi è una squadra ordinata in cui ognuno fa il suo, forse Perisic ha più classe degli altri ma non c’è un giocatore che sia sorprendente come Recoba. Io lo apprezzavo perché svegliava i miei sogni. Baggio? Da noi ha fatto tantissimo, ricordo anche in Champions League. Poi, certo, ha litigato con Lippi, ma all’Inter è rimasto molto legato e ha dato tantissimo. Il 5 maggio? Credo che i nostri fossero convinti di avere davanti una gara facile, poi l’immediato vantaggio della Juve a Udine ha influito negativamente. È stata una gara gestita male da noi dal punto di vista psicologico. Peggio il 5 maggio o la semifinale di Champions League col Milan dell’anno seguente? Sicuramente peggio la sconfitta di Roma con la Lazio, non c’è paragone. Il caso Cuper-Ronaldo? Non ho mai creduto all’aut aut Ronaldo/Cuper, anche perché cambiavo allenatore spesso. Non c’era dunque motivo perché Ronaldo mi facesse una richiesta del genere, è chiaro che aveva voglia di altre esperienze. Il derby cinese? Chiaramente la gestione tipicamente familiare di un tempo comportava un sentimento diverso. Credo però che queste persone, dopo i primi successi e primi fallimenti, possano senz’altro affezionarsi ai rispettivi club. Quanto al derby di Milano, questa situazione è molto differente nella struttura rispetto al passato, ma le maglie restano quelle e per il tifo non cambierà nulla. Balotelli? È un fenomeno, aveva e ha tutte le doti per essere un campione. Penso abbia creduto in se stesso troppo presto, poi la notorietà e il fatto economico possono aver influito. Quali giocatori mi solleticano oggi? Giovani italiani come Federico Chiesa e come Simone Verdi, all’estero mi piace Gabriel Jesus. Il sondaggio per Messi nel 2004? Avevo visto una gara Under 20 e avevo visto questo ragazzo giocare quando nessuno lo conosceva. MI ha impressionato e ho chiesto informazioni, ma lui subito dopo rinnovò col Barcellona, a cui era molto legato per via della sua storia. Sarebbe stato anche brutto fare una trattativa alle spalle del club blaugrana. Calciopoli? Non ci hanno risarcito di nulla, quindi non parlerei di risarcimento. Ci hanno messo in condizioni di vincere un campionato dopo le cose che erano successe. Con il VAR l’Inter avrebbe qualche scudetto in più in bacheca? Non lo so, ma in generale è un’introduzione positiva, visto che nel 90 per cento dei casi fa prendere la decisione giusta, ma toglie molta emotività, spacca abbastanza la partita per i tempi morti che ci sono. E’ una cosa a cui serve abituarsi. Di certo toglie un elemento di discussione che era l’arbitro. Mourinho in una parola? Superprofessionista. Lo convinsi dopo che Mancini si era dimesso dopo il Liverpool. Feci chiamare Mourinho dicendo di non essere sicuro di poterlo prendere, poiché attendevo un’altra decisione di Mancini. Gli chiesi se fosse disponibile, rispose sì e dunque le cose poi andarono come andarono. Il Triplete? Come famiglia, resta l’orgoglio per aver ottenuto nella Coppa dei Campioni lo stesso risultato di mio padre. Il primo ricordo della notte di Madrid sono i due gol di Milito e la sicurezza, instillata da Mourinho, con cui i nostri sono scesi in campo. L’addio di Mou? Non ho mai fatto patti con lui, della serie vinci e vai. Poi, anche se sapevo che era in contatto col Real Madrid, non ho voluto disturbare il lavoro verso la finale. Mi bastava vincesse e lo ha fatto, dunque l’ho perdonato. Lo scambio Eto’o-Ibra? Probabilmente il mio più grande affare, visto anche come sono andate le cose con Eto’o, che ci ha fatto vincere la Champions. Pentimenti ed errori? Sui tecnici non ho grossi pentimenti, ho sempre deciso per un esonero o una conferma vivendo quella determinata situazione, quindi in un certo senso ho sempre fatto bene. Per i giocatori, invece, è una situazione differente: posso ricordare con rimpianto alcuni ragazzi che ho dovuto cedere, ad esempio, per questioni di bilancio. Possibile un mio rientro in società? Senza dubbio essere presidente mi manca. Hai addosso un’adrenalina diversa quando hai un ruolo del genere. Non ho però nessuna intenzione di ricomprare le quote di Thohir come qualcuno ha detto, anche perché le avevo già e le ho vendute. Sarebbe assurdo. Un nuovo Moratti alla guida dell’Inter? Credo che con la gestione dei club oggi non credo ci sia spazio per le famiglie alla guida delle società. Però non si sa mai, io non lo sapevo mica che avrei comprato l’Inter dopo mio padre. Chi dell’Inter attuale avrebbe potuto far parte dell’Inter del Triplete? Penso Icardi, Handanovic, Perisic che sono fuoriclasse e avrebbero senz’altro potuto far parte di quella squadra. La top 11 della mia presidenza? Ci ho provato molte volte, ma sia per ragioni affettive sia per motivi tecnici, visto che ci sono molti campioni, escluderne qualcuno sarebbe dura. Ne servirebbero 22. I migliori attaccanti? Davanti metterei senz’altro Ronaldo, poi Ibrahimovic e Milito. Certo, tre centravanti sono troppi, ma se sei in svantaggio è possibile”.

 

Foto: Twitter Sportitalia