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Raiola: “Gigio voleva rinnovare, poi il Milan ha sbagliato e ora c’è il rischio mobbing. Altri club? Nessun accordo”

19.06.2017 | 00:15

Mino Raiola, a Montecarlo, ha parlato anche ai microfoni di Sky in merito al mancato rinnovo di Donnarumma con il Milan: “Inizialmente Gigio era disposto a rinnovare con il Milan, la sua idea era quella. E anche per questo motivo io ho sempre detto che non sarebbe mai andato via a parametro zero. Poi, però, sono cambiate alcune cose. C’è stata una gestione sbagliata. Penso al mancato appoggio della società nei suoi confronti in alcune situazioni spiacevoli, come in occasione dello striscione esposto dai tifosi contro di lui sotto la sede del Milan, nessuno lo fatto rimuovere. Poi all’atteggiamento dei dirigenti rossoneri nella trattativa, ci hanno minacciato di non farlo giocare e di stroncargli la carriera in caso di mancato rinnovo: non credo che questa sia la politica migliore da intraprendere se una società vuole rinnovare il contratto a un proprio giocatore. In ogni caso io mi assumo al 100 per cento le responsabilità di questa mancata firma, ma oggi anche lui si è convinto che questa fosse la cosa migliore per lui, soprattutto per l’atteggiamento dei dirigenti rossoneri nei suoi confronti. Io e Mirabelli siamo su due pianeti diversi: non condivido e non accetto il suo comportamento. Non glielo permetto”.

Queste invece le dichiarazioni rese dall’agente italo-olandese a Premium Sport: “Visto che loro avevano il budget per un top player e il top player ce l’hanno in casa, io sicuramente avrei trovato un modo per soddisfare le parti. La gestione del Milan è stata sbagliata. Se volevo conoscere il progetto del Milan in modo più graduale? Sì, ma comunque avevo già garantito alla società che non saremmo partiti a parametro zero, l’ho sempre detto e pensavo fosse sufficiente almeno per mettere tranquilla la parte patrimoniale della cosa, ma non è stato capito. Ma forse ho sbagliato io, non sono stato molto convincente, non lo so. E’ stato gestito tutto male secondo me. Offerte da altri club? Quelle c’erano già quando aveva 16 anni e anche quando ne aveva 14, quindi se voleva andar via sarebbe andato via quando non era il titolare del Milan. Ripeto, non è questo, noi non abbiamo nessun accordo con nessuna società, nessuna società ci spinge a fare certe cose. Il problema non è economico, è una questione di forma: non potevamo più accettare certe minacce anche estese ai familiari, certe tensioni, lo stress psicologico, la passività della società nei confronti di Gigio. Il rapporto con Mirabelli? Io parlo del Milan, poi Mirabelli è stato un esponente che ha condotto la trattativa, quindi si prenderà le sue responsabilità. Se Mirabelli dovesse fare retromarcia e usare altri toni? Oggi non voglio riaprire questi discorsi perché sarebbe riaprire un’altra volta il circo e non lo voglio fare. Io non ho niente contro il Milan, i rapporti con Fassone sono ottimi e se dobbiamo parlare ci parliamo, ma ormai loro hanno fatto la loro scelta e noi pure. Donnarumma rischia di perdere un anno? Sì, ed è un rischio importante. Se sarà giudicato per le sue qualità di sicuro non perderà l’anno, se invece ci sono altre situazioni che costringono l’allenatore a prendere certe decisioni allora forse lo perderà. Per me è mobbing se minacci un giocatore di rimanere un anno in tribuna”.

Foto: De Telegraaf