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QUALITÀ E POTENZA: LEON GORETZKA, UN FUTURO DA TOP

01.12.2016 | 11:00

Per introdurre il nostro personaggio del giorno partiamo da una data: 4 agosto 2016, Salvador de Bahia. La Germania, una delle grandi favorite per l’oro, fa il suo esordio alle Olimpiadi di Rio. Maglia numero 10 indosso e fascia di capitano al braccio, consegnatagli da Horst Hrubesch che gliel’aveva già assegnata in Under 21, Leon Goretzka attraversa il tunnel dell’Arena Fonte Nova con la consapevolezza di dover essere il punto di riferimento della nazionale tedesca dei giovani. Con il compagno di squadra allo Schalke Max Meyer e Julian Brandt, stellina del Bayer Leverkusen, va a comporre una linea di trequarti nel 4-2-3-1 che promette scintille. Ma dopo circa 25 minuti si infortuna alla spalla: niente di particolarmente grave, un mese di stop, ma il sogno a cinque cerchi del versatile centrocampista 21enne finisce lì. Dovrà limitarsi a tifare per i suoi compagni che vedrà arrendersi, soltanto ai rigori, al Brasile padrone di casa capitanato da Neymar. Delusione vera, ma il calcio è così, a volte toglie e a volte dà. E Leon dal calcio avrà ancora tantissimo nel corso di una carriera che si preannuncia luminosa. Oggi accendiamo i fari su Goretzka per due ordini di motivi. Il primo: per quanto il suo Schalke solo nelle ultime settimane abbia iniziato a risalire la china in Bundesliga, Leon ha fatto benissimo in questa prima parte di stagione, al di là dei numeri che parlano di 13 presenze e 3 gol (realizzati contro Borussia Moenchengladbach, Wolfsburg e Salisburgo) tra campionato ed Europa League. Non a caso in questo mese di novembre Joachim Löw, che per lui stravede da sempre (lo aveva inserito, a soli 19 anni, nel primo gruppo per il vittorioso Mondiale brasiliano), è tornato a convocarlo in Nazionale maggiore, a due anni dall’esordio regalatogli il 13 maggio del 2014 nell’amichevole contro la Polonia. Uno spezzone da 13 minuti contro San Marino, 60 minuti pieni nell’amichevole di San Siro contro l’Italia. Il secondo: le sue prestazioni non sono passate inosservate a livello generale e su di lui ha posato gli occhi la Juventus (il procuratore, Jorg Neubauer, è lo stesso di Khedira). A tal riguardo, nella tarda serata di ieri vi abbiamo parlato della trasferta di Fabio Paratici, con Dahoud del Gladbach (diverso per caratteristiche) altro nome sul taccuino bianconero.

Ebbene sì, questa sembra davvero essere la stagione della definitiva consacrazione per Goretzka, un talento che da circa 3 anni in patria viene considerato un – se non il – predestinato. I paragoni si sono sempre sprecati, da Ballack a Kroos, cui Leon effettivamente può essere accostato. Ma solo parzialmente, perché il gioiellino della compagine di Gelsenkirchen al suo arco può vantare la freccia della duttilità. Mezzala, centrale, trequartista, da giovanissimo anche esterno: dove lo metti sta e sempre con un ritorno di livello assoluto. A dispetto del fisico imponente (189 cm per 79 kg), lo specialista alemanno, nato a Bochum il 6 febbraio del 1996 da famiglia di origini polacche, riesce a coniugare qualità e quantità a centrocampo. Visione di gioco, intelligenza tattica, dinamismo e propensione all’inserimento in area di rigore: il repertorio è di prim’ordine, a voler tacere della bravura nel gioco aereo. Formatosi nel settore giovanile della squadra della sua città, dopo qualche assaggio nella scuola calcio Werner SV 06, Leon nel Bochum ha fatto tutta la trafila, dai pulcini alla prima squadra, con esordio tra i grandi – subito da titolare – datato 4 agosto 2012 in occasione del match, valido per la prima giornata della serie cadetta, contro la Dinamo Dresda. Prima da stagione da professionista chiusa con 4 gol e 5 assist in 32 presenze, numeri più che sufficienti per guadagnarsi la chiamata dello Schalke 04, che scuce poco più di 3 milioni di euro e lo porta all’ombra della Veltins-Arena. Sin qui sono 90 le partite ufficiali disputate con i die königsblauen nelle varie competizioni, impreziosite da 10 reti e 6 assist. Appena 9 le ammonizioni rimediate, nessuna espulsione. Occhio a questi ultimi due dati: la dicono lunga sul tipo di profilo, specie considerata la zona di competenza nella quale si estrinseca il suo raggio di azione. Per ora Leon è concentrato sui royal blues, Markus Wenzierl gli ha dato le chiavi, ma con un contratto in scadenza nel 2018 e un nuovo direttore sportivo (Christian Heidel) più ragionevole dell’ormai ex Horst Heldt (che, a proposito di Juve, ricordiamo bene nella vicenda Draxler dell’estate 2015), si può tranquillamente sostenere che il futuro – da top – di Goretzka è tutto da scrivere.

Foto: dfb.de