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QUALITÀ E INTELLIGENZA TATTICA: FRED, IL CARNEFICE ROMA CHE HA STREGATO GUARDIOLA

22.02.2018 | 09:30

In Champions League, si sa, la differenza la fanno determinati giocatori. Di solito sono gli attaccanti top, i Messi e i Ronaldo. Ma in un ottavo di finale, tra due non favoritissime peraltro, a far pendere l’ago della bilancia può essere anche un calciatore che ha altre caratteristiche. E infatti ieri sera, al Metalist Stadion di Kharkiv che ospita le gare interne dello Shakhtar stante la perdurante indisponibilità della Donbass Arena, danneggiata da due ordigni nel 2014, a decidere la sfida contro la Roma è stato Fred, il celebratissimo centrocampista degli arancioneri accostato al Manchester City per la prossima sessione di mercato. Da non confondere con l’omonimo esperto attaccante oggi in forza al Cruzeiro. Alisson è stato perfetto per tutta la partita, come al solito, ma su quella punizione forse poteva fare di più. La sensazione è che la saracinesca giallorossa abbia visto partire in ritardo la palla calciata dal suo connazionale, nonché ex compagno all’Internacional di Porto Alegre; sfera che, assunta una pregevolissima traiettoria, ha incocciato la faccia interna della traversa e poi ha concluso la sua corsa in fondo al sacco. Del discorso qualificazione, assolutamente aperto in vista della sfida di ritorno che si disputerà fra tre settimane all’Olimpico, abbiamo già parlato a tempo debito. In questa sede accendiamo i fari proprio su Frederico Rodrigues de Paula Santos, per tutti Fred, l’ultimo gioiello brasiliano consacratosi con la maglia dello Shakhtar, società che in questi ultimi anni ha già lanciato ai massimi livelli top player del calibro di Douglas Costa, Willian, Fernandinho e Alex Teixeira, volendo limitarci ai quattro elementi più patinati della lunga lista che vi abbiamo già riepilogato. Prima di snocciolare un po’ di numeri, e tratteggiare gli step più significativi della carriera del nostro personaggio del giorno, ci riagganciamo a quanto accennato nell’incipit. Abbiamo fatto riferimento al Manchester City, si parla di circa 50 milioni per il cartellino, non a caso. Era il 7 gennaio quando il diretto interessato, intervistato da Globoesporte, ebbe a dichiarare: “Guardiola mi ha chiamato come ha fatto con Gabriel Jesus? Ancora no, spero mi telefoni presto! Ma fa piacere che un allenatore come lui, che una squadra come il Manchester City sia interessata a me, sono lusingato. Sicuramente potrei crescere molto con lui, oltretutto penso che la Premier sia un campionato adatto alle mie caratteristiche”. Parole che sono state memorizzate dai numerosi top club che hanno drizzato le antenne in questi anni, monitorando costantemente le prestazioni di Fred. Performance fatte di qualità e quantità, geometria ma anche sostanza assicurata alla manovra dei minatori dal suo sinistro educatissimo, a corredo di un’intelligenza tattica superiore alla media. Recentemente ha parlato di City anche Mircea Lucescu, che pur allenando adesso la Turchia è rimasto legatissimo all’ambiente Shakhtar, non a caso ieri era in tribuna per il match con la Roma: “Fred sa già di andare al City in estate, ne è convinto. Io mi confronto spesso con Guardiola, Pep conosce il tipo di lavoro che abbiamo fatto in quegli anni a Donetsk”. E se ne parla in questi termini il santone rumeno, che nel 2013 lo volle fortemente con sé facendo versare nelle casse dell’Internacional 15 milioni, evidentemente i discorsi sono realmente avanzati. Per quanto sul mercato, da sempre, sono soltanto gli annunci ufficiali a far calare il sipario. Frederico Rodrigues de Paula Santos nasce a Belo Horizonte, il 5 marzo 1993, e all’età di 11 anni entra nel vivaio dell’Atletico Mineiro (iniziando come attaccante) per poi approdare dopo un lustro nel settore giovanile dell’Internacional di Porto Alegre, dove completa la trafila delle giovanili ed esordisce in prima squadra nel luglio del 2012. Dopo aver vinto due edizioni del campionato, e aver messo a referto 55 presenze e 8 reti, il lungo viaggio intercontinentale direzione Ucraina. Sin qui il brevilineo (169 cm per 64 kg) centrale di centrocampo ha collezionato 143 le presenze in gare ufficiali con la squadra di Donetsk, impreziosite da 14 gol e 12 assist. In bacheca due Prem’er Liga e due Supercoppe nazionali. Momenti bui? Non tanto il brevissimo ammutinamento del 2014, quando allo scoppiare del conflitto con altri brasiliani (tra cui Douglas Costa) si era inizialmente rifiutato di rientrare, reazione comprensibile. Quanto soprattutto l’anno di squalifica per doping inflittogli nell’estate del 2015: in Copa America risultò positivo all’idroclorotiazide, un diuretico. A proposito di Nazionale, fin qui sono 6 le presenze accumulate con la Seleção, tutte nell’era Dunga, ma in autunno Tite lo ha convocato e nei prossimi 3 mesi Fred, dando il massimo per lo Shakhtar, farà di tutto per guadagnarsi un posto sull’aereo che porterà il suo Brasile in quella Russia a lui vicina. Aspettando la telefonata di Pep

Foto: Espn