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Juve, tre possibili avversarie e una certezza

21.04.2017 | 00:01

Ancora 12 ore, poco più, e conosceremo l’avversario della Juventus in semifinale di Champions. Due strade portano a Madrid, l’altra nel Principato di Monaco.

Quale delle tre converrebbe evitare? Difficile dare una risposta univoca, vediamo nel dettaglio quali insidie potrebbe nascondere ogni abbinamento.

 

REAL MADRID (4-3-3) – Per distacco, quanto a qualità dei singoli, la più forte delle tre. Da Cristiano Ronaldo in giù, Zinedine Zidane può contare su una rosa di top player abituati a competere ai livelli più alti, da Sergio Ramos a Benzema, passando per Modric, Kroos, Marcelo e Bale. Senza dimenticare il rampante Marco Asensio e il ritrovato Isco. Campione in carica, record di vittorie nella competizione (ben undici), due nelle tre ultime edizioni (2014 e 2016, sempre contro i cugini dell’Atletico), mentre nel 2015 fu proprio la Juve a far fuori i blancos in semifinale, con 2 gol di quel Morata che la scorsa estate è tornato all’ovile. Il club di Florentino Perez, inoltre, dopo aver eliminato il Bayern tra le furibonde polemiche, culla il sogno di diventare il primo a levare al cielo due Coppe dalle grandi orecchie di fila: dal cambio di format mai nessuno c’è riuscito. Sergio Ramos e compagni comandano la Liga con 2 punti di vantaggio sul Barcellona e – soprattutto – una partita in meno rispetto ai bluagrana. E domenica c’è il Clásico al  Bernabeu.

 

ATLETICO MADRID (4-4-2) – Dal punto di vista tattico è la squadra che andrebbe schivata, posto che è la più simile a quella bianconera per maestria nella copertura degli spazi, specie in fase di non possesso. Colchoneros alla terza semifinale in quattro stagioni, nel segno della continuità targata Diego Simeone. Il Cholo ha plasmato la truppa a sua immagine e somiglianza: le due già citate finali perse, contro gli acerrimi rivali del Real, avrebbero depresso e ‘svuotato’ chiunque. Non i rojiblancos, ripartiti di buzzo buono e che adesso sperano di raggiungere la finale come nelle due precedenti volte, con lo spauracchio blanco sullo sfondo. Il patinatissimo Griezmann alfiere di una formazione che ha in Oblak, Godin, Gimenez, Koke, Saul Niguez e Carrasco gli altri suoi elementi di spicco. In campionato l’Atleti deve difendere il terzo posto, che vale l’accesso diretto alla prossima Champions, dall’assalto del Siviglia, distante attualmente 3 lunghezze.

 

MONACO (4-4-2) – Insieme alla Juventus è l’unica compagine rimasta potenzialmente in corsa per il Triplete. Semifinalista in Coppa di Francia, attuale capolista della Ligue 1 a pari merito con il Psg, ma con una partita da recuperare per un potenziale più 3, i monegaschi dall’inizio dell’annata stanno offrendo uno spettacolo assoluto e costante, sulle ali del secondo attacco più prolifico d’Europa, avuto riguardo ai principali campionati continentali. In quel di Montecarlo, dopo il divorzio miliardario del patron Rybolovlev, hanno accantonato gli sfarzi di inizio gestione per adottare sul mercato una filosofia iper redditizia: giovani talenti messi sotto contratto senza grandi investimenti e valorizzati fino all’esplosione. I profili di Bernardo Silva, Bakayoko, Lemar, Fabinho, Mendy sintetizzano perfettamente l’assunto. Radamel Falcao, letteralmente risorto grazie a mago Jardim, funge da chioccia con l’ex granata Glik, mentre dal settore giovanile provengono Almamy Touré e, soprattutto, il nuovo astro del calcio francese Kylian Mbappé. Lo paragonano a Henry ma, numeri alla mano, Titì nella stagione dei suoi 18 anni aveva fatto 3 gol in 8 partite, lui 22 e 11 assist in 36 presenze (22 da titolare). Entusiasmo alle stelle e nulla da perdere in semifinale.

 

Tutto ciò premesso, la truppa dell’ottimo Max Allegri, artefice della crescita esponenziale registratasi con il passaggio al 4-2-3-1 iper offensivo, dopo aver fatto fuori i mostri sacri del Barcellona quasi senza sudare, non deve – anzi non può – temere alcun avversario: questa è la certezza che a Vinovo deve suonare come un diktat. La strada per mettere le mani sulla Champions League, trofeo che in casa Juve manca dal lontanissimo 1996, adesso è meno irta rispetto alle annate precedenti. Il rischio è che l’ambiente, considerata anche l’uscita del Bayern, si faccia prendere dalla sindrome da “Se non ora, quando?”. Anche perché la storia insegna che la Vecchia Signora in passato ha perso più di una finale da favorita (compresa quella di 20 anni fa contro il Borussia Dortmund degli scarti del calcio italiano), Ma l’armata bianconera sembra avere tutte le prerogative caratteriali, oltre che squisitamente tecniche, per procedere serena e cattiva verso Cardiff.

 

Jody Colletti 

Foto: Twitter Champions League