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JAN OBLAK, LA SARACINESCA DI SIMEONE

19.04.2017 | 10:30

L’Atletico Madrid vola in semifinale di Champions League edizione 2016-2017. I Colchoneros, dopo essersi imposti all’andata per 1-0 al Vicente Calderon hanno pareggiato a Leicester, senza mai rischiare troppo grazie all’incornata di Saul Niguez, che al 28’ del primo tempo ha orientato il discorso qualificazione a favore della banda Simeone. Il gol di Vardy, che al 1’ della ripresa ha inchiodato l’1-1 finale al King Power Stadium è servito soltanto a salvare l’onore degli inglesi. Tra gli artefici della qualificazione degli spagnoli, c’è sicuramente Jan Oblak, protagonista di alcuni interventi decisivi tra andata e ritorno, che hanno permesso alla corazzata di Simeone di volare in semifinale di Champions. Il portiere sloveno, ormai da tre anni, si sta confermando come uno dei migliori specialisti in circolazione, soprattutto grazie alla sua grande reattività, ma anche per il numero limitato di errori e per il suo stile composto, dovuto a un ottimo senso della posizione, una delle caratteristiche più importanti e meno visibili per un portiere.

Jan Oblak nasce il 7 gennaio 1993, a Škofja Loka, piccolo comune della Slovenia occidentale. Figlio d’arte (anche il padre era portiere), come tanti bambini anche Oblak ha iniziato a giocare a calcio nella squadra del suo paese, non lontanissimo dal confine con l’Italia. A 10 anni viene però notato dall’Olimpija Ljubljana, una delle squadre della capitale slovena e viene portato tra le proprie giovanili. Circa 6 anni dopo, nel gennaio 2009, a soli 16 anni, firma il suo primo contratto da professionista. Ma non finisce qua perché pochi mesi più tardi, nel luglio dello stesso anno, il giovanissimo Jan esordisce contro l’Hit Gorica, diventando così il più giovane portiere esordiente in Slovenia. Si conquista la palma del migliore in campo e da allora non molla più la maglia da titolare. 28 gol subiti in 33 presenze e porta inviolata in 10 occasioni. Si presenta così Oblak agli occhi del calcio che conta. Prestazioni eccelse, che non sfuggono all’attenzione dei top club europei, che iniziano a monitorare il classe 1993. Nel 2010, infatti, ci pensa il Benfica a beffare la concorrenza e assicurarsi le prestazioni di uno dei più promettenti portieri in circolazione. Il club portoghese intravede in Oblak un grande potenziale e allora decide di mandarlo in prestito per tre anni consecutivi, affinché possa farsi le ossa: al Beira-Mar ed all’Olhanense fa solo panchina, mentre gioca di più nel 2011/12 con l‘União Leiria (16 partite) e nel 2012/13 con il Rio Ave (28 gare). Contemporaneamente debutta anche con la sua Nazionale maggiore (dopo aver fatto parte dell’Under 21) l’11 settembre del 2012, nel match valido per le qualificazioni ai Mondiali 2014, perso 2-1 contro la Norvegia.

Tornato alla base, nell’estate 2013, il Benfica lo conferma nella rosa e colleziona 16 presenze in campionato (solo 3 le reti incassate) più 4 in Europa League, dove perde la finale ai rigori contro il Siviglia. Ma nell’estate del 2014, arriva la chiamata che gli cambia la vita: l’Atletico Madrid. I Colchoneros raggiungono l’accordo per il suo trasferimento per 16 milioni di euro, mentre il giocatore firme un contratto di 6 anni. Fa il suo esordio con il club iberico nella prima partita a gironi della Champions League 2014-2015, in occasione della sconfitta ad Atene per 3-2 contro l’Olympiakos. In stagione non trova spazio in campionato, ma è titolare in Coppa del Re: nell’andata dei quarti di finale para un rigore a Lionel Messi, ma non riesce ad evitare la ribattuta che vale il gol partita. Dalla stagione successiva, però, Simeone gli consegna le chiavi della porta dei Colchoneros, e Oblak risponde con prestazioni da fuoriclasse, contribuendo anche all’impresa di raggiungere la finale di Champions League, il 28 maggio 2016, persa contro i rivali del Real Madrid ai rigori dopo l’1-1 dei tempi supplementari. Ottimo fisico, braccia lunghe e buona velocità negli spostamenti orizzontali in porta, alla quale vanno aggiunte un’ottima posizione e una discreta personalità. Caratteristiche indispensabili per entrare nell’elite dei grandi portieri. Alto 1.86, è molto bravo sia tra i pali che nelle uscite aeree. Le statistiche di Oblak sono fra le migliori d’Europa e in costante crescita: non ha mai concluso un anno con più gol subiti rispetto al numero di partite giocate. I numeri della stagione corrente sono paurosi: 33 presenze stagionali tra Liga e Champions League, solo 18 gol subiti e ben 12 volte porta inviolata. A 24 anni ha già grande esperienza nelle coppe europee, in due dei principali campionati europei, e in tutte le competizioni in cui ha giocato è sempre stato fra i migliori, se non il migliore. Considerando che Manuel Neuer e Gigi Buffon hanno rispettivamente trenta e trentotto anni e gli unici coetanei con cui è in “competizione” sono Courtois e De Gea, se Oblak dovesse continuare ancora a migliorare le proprie prestazioni potrebbe diventare presto il portiere più forte al mondo. L’Atletico Madrid può dormire sonni tranquilli finché in porta c’è la saracinesca Jan Oblak.

Foto: Marca