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Football Cover: Carpi, le basi per un semplice arrivederci

18.05.2016 | 23:30

La rubrica dedicata ai personaggi, ai momenti, agli episodi del nostro calcio

 

Il Carpi non è riuscito a scrivere l’ennesima pagina di storia, la salvezza non è arrivata, il Palermo ha distanziato gli emiliani di una lunghezza proprio al rush finale. I complimenti non fanno i punti e tanto meno consentono di festeggiare l’impresa salvezza, ma risulta doveroso evidenziare il grandissimo lavoro svolto da mister Castori e dall’intero gruppo, composto al 90% dagli artefici della storica promozione nella massima serie.

I rimpianti non mancano, basta pensare a cosa sarebbe potuto accadere se la scorsa estate la dirigenza non avesse deciso di rivoluzionare l’organico, chiudendo operazioni in entrata rivelatesi col senno di poi assolutamente inutili, incapaci di fornire alla rosa un incremento del tasso qualitativo. La squadra perse la propria identità, ad un certo punto rischiò di diventare l’autentico sparring partner del campionato, portando numerosi addetti ai lavori a parlare di retrocessione virtuale perfino prima delle feste natalizie. La ciliegina su una torta indigesta fu l’esonero di mister Castori, uno dei principali artefici di un progetto tecnico che gettava le basi sul lavoro di un gruppo coeso, un tecnico esperto, navigato, arrivato tardi al massimo palcoscenico dopo anni e anni di gavetta e stagioni vittoriose.

Il Frosinone, l’altra neopromossa alla prima esperienza in serie A che si è battuta su ogni campo e contro qualsiasi avversario, ha seguito fin da subito la retta via; conferma in estate del gruppo storico e fiducia ribadita fino alla fine a mister Stellone, reduce da due promozioni consecutive, anche nei momenti di maggiore difficoltà, quando i risultati non arrivavano, alcune pesanti sconfitte non mancavano ad arrivare e i primi rumors sull’eventuale esonero iniziavano inevitabilmente a circolare. Gli emiliani se ne sono resi conto tardi, il richiamo in panchina diCastori fu il primo passo, seguito dal ritorno nell’11 titolare di molti protagonisti della promozione e un mercato invernale oculato, non finalizzato ad accaparrarsi giocatori ai margini, oppure nomi blasonati ma demotivati o non idonei al progetto, bensì elementi aventi la fame di combattere e la voglia di emergere, oltre a facce già note come Poli e Porcari.

Il girone di ritorno è andato al di là di ogni più rosea aspettativa, un cammino da centro classifica, quando si parte da una posizione così deficitaria si è consapevoli che sono sufficienti pochi passi falsi per compromettere la rimonta. Il doppio rigore sbagliato da Mbakogu contro la Lazio, in concomitanza con la sorprendente ripresa del Palermo capace di conquistare ben 11 punti nelle ultime 5 gare che vanno ad aggiungersi ai soli 28 conquistati nelle precedenti 33 sfide, ha fatto improvvisamente tornare la compagine emiliana al terz’ultimo posto. Inutile l’ultimo sforzo con il blitz ad Udine.

A caldo l’amarezza regna sovrana, non potrebbe essere altrimenti. Quella salvezza, che soltanto pochi mesi fa sembrava pura utopia, è stata per diverse settimane a portata di mano. Giustamente si era creduto fino in fondo alla possibilità di portare a casa l’obiettivo, sfumato sul più bello. Si ritorna, ma a testa altissima, in cadetteria, con un bagaglio d’esperienza acquisito in 12 mesi che potrebbe rivelarsi fondamentale, prezioso per imparare dai recenti errori commessi e dimostrare all’intero movimento calcistico che la promozione del 2015 rappresenta soltanto uno dei tasselli inseriti nel mosaico della programmazione, della lungimiranza di una società che lavora sodo, in maniera seria, silenziosa, senza proclami, né voli pindarici. Uno dei tasselli, ma non l’ultimo.

La dirigenza avrà il compito di prendere le migliori scelte possibili a livello di guida tecnica e composizione dell’organico, con la consapevolezza di partire su una base solida, collaudata, affiatata, dovendo fare i conti con la necessità di lasciar partire qualche pezzo pregiato richiesto in massima serie, ma, al tempo stesso, ricordandosi di non disfare ancora un meccanismo ben oliato, il quale necessita soltanto di alcuni ritocchi di qualità nei ruoli chiave per recitare un ruolo di primo piano nel prossimo torneo cadetto. Sarà fondamentale mantenere la propria identità, il proprio modo di essere. Avere nuovamente la meglio su una lunga serie di valide concorrenti alla promozione non sarà assolutamente semplice, ma il Carpi ha i mezzi e le capacità per potercela fare. Soltanto seguendo tale percorso il saluto alla serie A,avvenuto a malincuore al triplice fischio finale ad Udine, sarà semplicemente un arrivederci verso un’avventura senza alcun handicap alla partenza e non un addio ricco di rimpianti.

Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net