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Effetto Pellegri: ecco i 2000 e 2001 più importanti in giro per l’Europa

18.09.2017 | 20:45

Pellegri

Da Pietro Pellegri fino a Weah jr, passando per VlahovicKean, Sancho e Plizzari. Sono tanti i nuovi “Millennials” che hanno già fatto parlare di sé in giro per tutta l’Europa e che in un futuro non troppo lontano potranno diventare i nuovi fenomeni del calcio mondiale. Vi proponiamo una lista dei migliori talenti, nati tra il 2000 e il 2001, che sono tra i più promettenti a livello europeo.

 

Pietro Pellegri

Impossibile non partire da Pietro Pellegri, nato il 17 marzo del 2001, diventato il calciatore più giovane di sempre a esordire in Serie A nella scorsa stagione con la maglia del Genoa (a pari merito con Amedeo Amadei, 15 anni e 280 giorni). Cresciuto a Genova, Pellegri si è trasferito al club rossoblù fin da giovanissimo, dove ha da subito giocato come attaccante centrale. In passato era stato aggregato in prima squadra e provato da Gasperini in alcune amichevoli, ma l’esordio nella massima serie è arrivato sotto l’abile guida di Juric. Centravanti dal fisco prestante e dotato di uno spiccato senso del gol, il 16enne del grifone ha mostrato tutte le sue incredibili potenzialità nella doppietta messa a segno contro la Lazio, preceduta dalla prima marcatura in carriera arrivata all’Olimpico contro la Roma lo scorso 28 maggio, in occasione dell’utima partita in carriera di Francesco Totti. Che sia un segno del destino? Lo scopriremo presto…

 

Alessandro Plizzari

Voliamo tra i pali, dove spicca il nome di Alessandro Plizzari. Classe 2000, di proprietà del Milan ma attualmente in prestito alla Ternana, con cui ha disputato già quattro presenze da titolare nel corso della stagione. Cresciuto fin da bambino tra le file del club rossonero, Plizzari è un portiere abile tra i pali, bravo con i piedi e predisposto fisicamente per effettuare interventi spettacolari. Il giovane estremo difensore è senza dubbio uno dei calciatori più promettenti della sua generazione e per lui il futuro non può che essere roseo. Per la gioia del Milan, ma non solo.

 

Moise Kean

Da un 2000 a un altro, da Milano a Torino. Moise Kean non ha certo bisogno di tante presentazioni: l’attaccante di proprietà della Juventus, in prestito al Verona fino al termine della stagione, ha già fatto parlare di sé in giro per l’Europa, nel bene e nel male. Ha debuttato con i bianconeri il 19 novembre 2016, quando Massimiliano Allegri – complici gli infortuni di Paulo Dybala e Marko Pjaca – l’ha fatto esordire in Serie A. Kean è da anni uno dei talenti più chiacchierati della sua generazione, e i numeri che il suo curriculum porta in dote – soprattutto a livello di gol – spiegano benissimo il perché. Il carattere fumantino potrebbe essere un ostacolo per la sua carriera, ma considerata l’età c’è ancora tempo per rimediare.

 

Vincent Thill

Nato il 4 febbraio del 2000, l’attaccante del Metz detiene un record mica da ridere: il 21 settembre 2016 ha esordito in Ligue 1, diventando il primo calciatore nato negli anni 2000 a esordire in uno dei cinque principali campionati europei. Di nazionalità lussemburghese, il baby Thill ha già disputato ben 10 gare con la Nazionale maggiore del suo Paese, siglando anche un gol. La sua precocità e le sue doti da futuro top player hanno fatto sì che Real Madrid e Bayern Monaco abbiano già posato gli occhi su di lui. Per il momento il Metz si tiene stretto il proprio talento, ma presto le sirene di mercato potrebbero diventare irresistibili.

 

Eddy Salcedo Mora

A 15 anni, dieci mesi e venti giorni, Salcedo è diventato il sesto giocatore più giovane di sempre ad aver esordito in Serie A, nella partita tra Sassuolo e Genoa dello scorso 21 agosto. Per il ragazzo della Primavera genoana, già nel giro della prima squadra, è arrivato così il giusto premio dopo aver fatto vedere tutto il suo talento nelle giovanili del grifone. Salcedo è un attaccante rapido, brevilineo e abile nel saltare l’uomo, che vede la porta come pochi altri coetanei. Dopo Pellegri, il Genoa si conferma un laboratorio di giovani campioni e lancia nel calcio dei grandi un altro 2001 di cui sentiremo parlare anche in futuro, sia in campo che in ottica mercato.

 

Ryan Sessegnon

Dal’Italia passiamo al Regno Unito, dove spicca il nome di Ryan Sessegnon. Classe 2000, il laterale mancino del Fulham è già uno dei punti fermi del club inglese, come confermano le 40 presenze con la prima squadra tra Championship, Fa Cup e League Cup. Senza dimenticare gli 8 gol messi a segno, che fanno di Sessegnon uno dei più grandi gioielli in ottica futura del calcio europeo. Per fisico, corsa, duttilità di transizione difensiva e offensiva, in patria è stato già paragonato a più riprese a Gareth Bale. Considerati i numeri, Ryan Sessegnon è sicuramente sulla buona strada per seguire le orme del campione gallese.

 

Nicolas Raskin

Nato il 23 febbraio 2001, Raskin è una delle maggiori promesse del movimento calcistico belga. Capitano della Nazionale Under 17, il duttile centrocampista centrale si è messo in luce in patria con la sua classe cristallina. Cresciuto nelle prestigiose giovanili dello Standard Liegi e dell’Anderlecht, attualmente il 16enne è sotto contratto fino al 2020 con il Gent, aggregato stabilmente alla rosa della prima squadra nonostante la giovanissima età. E molto presto potrebbe arrivare anche il grande debutto da professionista.

 

Dusan Vlahovic

Lo paragonano da una vita – nonostante i suoi 17 anni – a Zlatan Ibrahimovic, ma in questo caso la suggestione è tutt’altro che campata per aria: basta guardarlo giocare per una manciata di minuti per rendersi conto di quanto Dusan Vlahovic assomigli al fuoriclasse svedese. Fisico robusto, 1,90 metri di altezza, il serbo è un attaccante completo e moderno, che sposta gli equilibri anche tra i grandi. La Fiorentina ha bruciato la folta concorrenza e si è assicurata le prestazioni del diamante serbo, che arriverà dal Partizan Belgrado (con il quale è diventato l’esordiente più giovane nella storia del club) soltanto nel prossimo anno.

 

Jadon Sancho

Dal Manchester City al Borussia Dortmund, il baby fenomeno Sancho è pronto a stupire anche in terra tedesca. Classe 2000, fa del dribbling e della capacità di spostare il pallone repentinamente, quasi in maniera impercettibile, i suoi punti di forza. È un esterno alto che predilige giocare largo sulla sinistra, per poter convergere verso il centro e calciare verso la porta con il destro, il suo piede preferito. Il Manchester City lo ha preso dal Watford nel 2015 e da allora si è messo in mostra con giocate di alta classe e tanti gol. In estate, il Dortmund ha pensato bene di fare l’investimento importante su di lui: circa 8 milioni di euro per soffiare a Guardiola il cartellino dell’enfant prodige 17enne.

 

Fabrizio Caligara

Torniamo in Italia, dove tra le file della Juve risalta il nome di Fabrizio Caligara. Centrocampista centrale dall’indiscusso valore, Caligara è un classe 2000 per il quale anche Max Allegri ha avuto parole d’elogio. Aggregato alla rosa della prima squadra durante il ritiro estivo, il giovane 17enne ha debuttato con la maglia bianconera nel match di Champions League al Camp Nou contro il Barcellona. Mica un esordio come tutti gli altri, per un calciatore che è diventato uno dei punti fermi delle Nazionali giovanili azzurre e che nasce con l’etichetta del predestinato cucita addosso.

 

Myron Boadu

Da sempre l’Olanda è una fucina di grandi giovani talenti calcistici. E’ il caso di Myron Boadu, nato ad Amsterdam il 14 gennaio 2001 da genitori ghanesi, promettentissimo attaccante dell’AZ Alkmaar e punta di diamante della Nazionale Under 17 olandese. Fisico, rapidità e fiuto del gol: sono queste le sue caratteristiche principali, che hanno portato gli addetti ai lavori a indicare Boadu come uno dei più interessanti giovani nel florido panorama calcistico olandese.

 

Angel Gomes

È il gioiello dell’Academy del Manchester United, dove è arrivato a soli 13 anni. I responsabili del settore giovanile dei Red Devils hanno sempre dichiarato pubblicamente di riporre grandi speranze nel fantasista inglese – di origini portoghesi – classe 2000. Gomes è un numero dieci classico, con abilità tecniche raffinatissime, dal dribbling al controllo di palla, ma mai fini a se stesse. Il 17enne, nonostante l’età, fa sempre la scelta giusta in campo, e il modo in cui manda i compagni a rete ne è la dimostrazione. Senza ombra di dubbio, in futuro, sentiremo ancora parlare di lui…

 

Timothy Weah

Il suo cognome pesa, e non poco. Figlio del grande George Weah, il classe 2000 è pronto a ripercorrere le orme del padre. Sulle sue qualità sono disposti a mettere una mano sul fuoco i responsabili del settore giovanile del Psg, con cui lo scorso luglio ha firmato il rinnovo di contratto fino al 2020, a testimonianza di quanto il club transalpino creda in lui. Tim è un attaccante centrale dal piede molto educato, a cui piace svariare anche sugli esterni per non dare punti di riferimento alle difese avversarie. Veloce, intelligente tatticamente e con una qualità che nel calcio conta parecchio: segna tanti gol. Ecco perché i paragoni con papà George non sono del tutto infondati.

Mauro Cossu

 

Foto: Twitter Genoa