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Diego, tattica, passaporto e il Milan bruciato in volata

06.02.2013 | 16:47

Diego Laxalt proprio domani compirà vent’anni. Prenderà il passaporto italiano perché c’è una parentela con i Bonfiglio, famiglia palermitana, il tutto risale alla fine dell’Ottocento. Intanto Vincenzo D’Ippolito lo aiuterà a risolvere il problema del passaporto, siamo in dirittura d’arrivo. D’Ippolito è un profondo conoscitore del calcio uruguaiano: recentemente (sentenza dello scorso ottobre) il TAS di Losanna gli ha dato ragione, riconoscendogli di aver portato Cavani in Italia, ora Edinson è sulla bocca di tutti. Per Laxalt l’Inter ha sorpassato la Lazio, ma in agguato c’era anche il Milan che aveva mandato Valdinoci e Bet in avanscoperta e le relazioni erano state eccellenti. Laxalt è considerato un Gargano più “educato”, rigorosamente mancino, gli accostamenti più completi conducono a Edgar Davids, a lungo pitbull della Juve. A livello tattico Diego può essere uno dei tre trequartisti in un 4-2-3-1, l’esterno sinistro all’interno di un 4-3-3, il quarto di sinistra oppure uno dei due centrali se la formula scelta fosse il 4-4-2. Ha un tiro forte e ulteriori margini di miglioramento: l’Inter ha fatto la scelta giusta.