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CUBAS, MARCHIO BOCA: UN RUBAPALLONI TASCABILE PER IL PESCARA

11.01.2017 | 09:25

Bovo: anni 34 (fra quattro giorni); Stendardo: anni 35; Gilardino: anni 34; Cerri: anni 20; Cubas: anni 20. Al 31 gennaio ancora manca molto, ma lo specchietto è già molto significativo: per inseguire l’impresa salvezza nel girone di ritorno, il Pescara ha deciso di sfruttare la finestra invernale di mercato assemblando un perfetto mix, tra calciatori di comprovata esperienza e giovani di belle speranze. Tre elementi che conoscono a menadito la Serie A, pertanto in grado di prendere per mano i compagni più acerbi nei momenti caldi dell’incontro, e due prospetti interessantissimi, entrambi da ricollegare in qualche modo alla Juventus. Già, perché il cartellino di Alberto Cerri, attaccante della nostra Under 21, è di proprietà della Vecchia Signora, che fu lesta ad assicurarselo dopo il fallimento del vecchio Parma. Mentre Adrián Andrés Cubas era uno dei quattro talenti del Boca Juniors bloccati dai bianconeri nell’ambito dell’operazione Tevez dell’estate 2015. L’avventura di Guido Vadalà in Primavera, alla corte di Fabio Grosso, è durata appena una stagione: l’attaccante (che era stato anche prelevato in prestito biennale) ha già fatto ritorno in patria e oggi difende i colori dell’Union Santa Fé. Rodrigo Bentancur invece a Vinovo arriverà per rimanerci, resta ancora da capire se subito o a giugno, ma Marotta ha ribadito a più riprese che l’opzione verrà esercitata.

E gli altri due erano Franco Cristaldo, che oggi fa panchina al Rayo Vallecano (B spagnola) e, appunto, Adrián Andrés Cubas, brevilineo mediano del ’96 – cresciuto all’ombra di Fernando Gago – che, a dispetto della giovanissima età, sbarca in Italia con un bel biglietto da visita. Ben 44 presenze (molte delle quali da titolare, con un gol in Copa contro il Defensa y Justicia) accumulate in due anni e mezzo con la pesantissima camiseta degli Xeneizes, a far data dall’esordio in prima squadra regalatogli il 5 maggio del 2014, in occasione della sfida con l’All Boys, da Carlos Bianchi, che gli appassionati di lungo corso ricorderanno per la disastrosa parentesi sulla panchina della Roma, nella stagione 1996-97. Per intenderci: era l’allenatore che voleva cedere il rampante Francesco Totti alla Sampdoria. Lo avete già capito, nell’ambito della nostra rubrica quotidiana i fari sono accesi sul promettente centrocampista sudamericano: potenzialmente un gran colpo per il club di Sebastiani, abilissimo a lavorare sotto traccia per assicurare a Massimo Oddo un giocatore che potrebbe essere molto utile nella zona nevralgica del campo. Un’operazione intelligente, definita sulla base del prestito leggermente oneroso con diritto di riscatto (poco più di 4 milioni come valutazione totale). Un’operazione che in Argentina davano sostanzialmente per conclusa già nei giorni immediatamente successivi a Capodanno, al punto che il ragazzo già lo scorso 5 gennaio ebbe a dichiarare: “Non ho avuto alcun dubbio, ho accettato senza esitazioni l’offerta del Pescare. Voglio dare il mio contributo per centrare la permanenza in Serie A”. Ieri pomeriggio l’arrivo a Fiumicino, poi in macchina fino a Pescara (con tanto di foto e video pubblicati dalla società biancazzurra via social) per iniziare il prima possibile la nuova avventura.

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Adrián Andrés nasce ad Aristóbulo del Valle (Provincia de Misiones), l’11 maggio del 1996, e inizia a formarsi calcisticamente nella compagine locale del Club Atletico. All’età di 12 anni Ricardo Aloy gli fa sostenere un provino con il Boca e per lui si schiude il sogno Xeneize. El Leoncito, uno dei soprannomi affibbiatigli in patria (l’altro è Cubitas), non giganteggia certo come corporatura (165 cm per 60 kg) ma sulla mediana è un moto perpetuo, recupera palloni in quantità industriale, mette sempre la gamba sulla scorta di un temperamento invidiabile ma che non sfocia esageratamente in provvedimenti disciplinari (9 ammonizioni sin qui in carriera, non molte per uno specialista in interdizione). Insomma, a Cubas toccherà il classico, preziosissimo lavoro oscuro, imprescindibile per ogni allenatore. Il Boca Juniors, almeno per il momento, è un dolcissimo passato (fiore all’occhiello il double campionato-Copa Argentina del 2015). Il presente per l’ex albiceleste Under 20 si chiama Pescara, con una rincorsa salvezza difficilissima da centrare (8 punti di distacco dal quartultimo posto sono tanti). L’importante sarà non caricare di eccessive pressioni Adrián Andrés, alla sua prima esperienza all’estero e per giunta in un torneo esasperatamente tattico come la nostra Serie A. Da Buenos Aires alla buona provincia italiana, da La Bombonera allo stadio Adriatico: ecco Cubas, un rubapalloni tascabile per Massimo Oddo.

 

Foto: bocajuniorstv.blogspot.com – Twitter Pescara