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Con Soldado si vola

24.10.2012 | 11:08

 

Qualcuno a Madrid si starà mangiando le mani. Ogni anno la società del presidente Florentino Perez va in cerca dell’ormai famoso e rinominato top player. Peccato che questo, nella capitale spagnola, ce l’avevano fatto in casa, ma non lo hanno valorizzato. Un po’ come l’Inter che ha lasciato andare via Destro come se niente fosse. Stiamo parlando di Roberto Soldado, attaccante del Valencia e autore di una tripletta ieri, 24 ottobre, nel match di Champions League contro il Bate Borisov. Nella crescita calcistica di Soldado, Valencia e Madrid sono legate da un destino che, in più di una circostanza, ha messo l’attaccante contro il suo passato e le sue origini.

La punta infatti è nata, 27 anni fa, proprio a Valencia, ma inizia a dare i primi veri calci al pallone nel club madri dista a 15 anni. Nella squadra B, dimostra tutte le sue qualità ed un innato fiuto del gol tant’è che chiude la stagione 2005/2006 con 19 reti nella serie B spagnola. Il debutto nella Liga avviene contro il Valencia. I blancos intuiscono le potenzialità del giocatore e lo mandano in prestito all’Osasuna in modo che possa trovare una maggiore continuità e Soldado risponde presente con un totale di 15 gol stagionali.
L’anno dopo decide di ritornare alla base, ma la scelta non si rivelerà tra le più felici. Chiuso da giocatori del calibro di Saviola, Raul, Higuain e van Nistelrooy, colleziona soltanto cinque presenze.
L’attaccante capisce che a Madrid non credono in lui e accetta il trasferimento al Getafe. L’occasione per mettersi finalmente in mostra è troppo ghiotta per farsela sfuggire. Qui Soldado contribuisce a suon di gol a salvare l’altra squadra di Madrid e nella stagione 2009/2010 porta la sua formazione in Europa League.

Intanto a Valencia salutano Villa che si accasa al Barcellona e il presidente Manuel Llorente Martín decide di sostituirlo proprio con il figliol prodigo. Soldado torna nella sua città natale per una cifra vicino ai dieci milioni di euro. Diventa subito un idolo dei tifosi e la fascia di capitano si incollerà al suo braccio. L’unico rammarico per il giocatore è che le sue prodezze non trovano il giusto riscontro in nazionale. Non raccoglie niente dei successi spagnoli né agli Europei in Austria-Svizzera e Polonia-Ucraina, né ai Mondiali in Sudafrica. Nel 2012, dopo quasi cinque anni di assenza, viene finalmente riconvocato e ripaga la fiducia del ct Del Bosque sempre con la stessa arma: i gol.