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Berardi: “Inter? Vedremo. No alla Juve perché la vedevo come un’imposizione, i minuti di Zaza…”

14.05.2017 | 11:36

Domenico Berardi, l’attaccante del Sassuolo nel mirino dell’Inter (come da noi svelatovi in tempi non sospetti), ha rilasciato un’ampia intervista a La Gazzetta dello Sport, ecco i passaggi più significativi: “Sono nato con il cuore nerazzurro perché certe cose i genitori le passano ai figli e vinse la fede di papà Luigi e di mio fratello Francesco, non quella di mamma Maria che tifa Juve. Da bambino mi riempì gli occhi Ronaldo il Fenomeno, a 15 anni toccò a Milito: la sera di Madrid presi la mia bandiera e andai con gli amici a festeggiare. Ogni ragazzino che ama il calcio ha una squadra del cuore, no? Il mio tifo l’ho dichiarato in tempi non sospetti, ben prima che si iniziasse a ipotizzare l’Inter nel mio futuro. Leggo che mi seguono, nel loro progetto ci sono nuovi acquisti e possibilmente italiani, per forza se ne parla. Ma io non ne parlo, a fine stagione si vedrà, ma non dico più “non mi muovo” . Il mio no alla Juve? In realtà, per come lo dissi, non fu un no, piuttosto fu un sì al Sassuolo. Eravamo appena andati in Europa League: volevo giocarla con i compagni con cui me l’ero conquistata, volevo crescere un altro anno. E poi sì, è vero: a me piace tanto giocare e poco fare quello che mi dicono di fare. Loro spingevano perché io andassi lì ma io la vedevo come una specie di imposizione. E quando avrei giocato? Mi avrebbe fatto bene tanta panchina così giovane? Confesso che l’esempio di Zaza ha un po’ pesato. Ho contato i minuti che Simone aveva giocato lì, e ho tirato il freno. Allegri?  Mi dovrebbe ringraziare! Al Milan lo esonerarono per causa mia e adesso allena la Juventus. Non l’ho mai incrociato, ma non credo che se la sia presa. Quella sera onestamente non pensai a lui, avevo fatto quattro gol al Milan“.

Foto: Twitter Sassuolo