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Bagni: “Valon Behrami il mio erede”

03.10.2012 | 10:35

«La grinta ce l’hai nel sangue, nel dna. Un allenatore, anche se bravo e meticoloso come lo è Mazzarri, ti può aiutare a esprimerti meglio. Ma il coraggio e l’agonismo sono due elementi che non ti insegna nessuno». Salvatore Bagni, dalle pagine de Il Mattino di oggi, parla di se e del suo erede al Napoli:

Bagni, come funziona?
«Quando vinci una partita, quando vedi che le cose girano per il verso giusto voli sull’entusiasmo, non senti più la fatica. Ti riposi ma poi, quando torni in campo, vai a mille per quello che hai fatto e quello che hai ancora la voglia di fare».

Chi è il simbolo di questa voglia di lottare del Napoli?
«Paolo Cannavaro. La sua metamorfosi da quando è arrivato a Napoli è stupefacente: circondato dai dubbi, dalle perplessità e dalle ombre del fratello super campione è riuscito a entrare nel cuore di tutti per quella voglia di dare sempre il massimo e di non tirare mai indietro la gamba. Puntando sempre e solo sul lavoro. Queste cose i tifosi le vedono e le apprezzano».

Il turbante di Behrami ha ricordato un po’ la sua fasciatura intorno al ginocchio.
«Ma io avevo più dolore, lo dico con certezza. Quando si prende una botta in testa, a parte il sangue, le conseguenze sono minime. Però è bello il segnale che ha dato: è tornato subito in campo, senza paura. Questo significa essere un leader».

Behrami è il suo erede?
«Sì, forse più di Inler. Sia per le caratteristiche agonistiche che per la grande determinazione. A Napoli con Mazzarri gioca in un ruolo nuovo, che a me sembra lui prediliga rispetto alla fascia. Quella che è stata anche la mia metamorfosi».

Il Napoli ha tanti guerrieri, come lo è stato lei?
«Sì. Spesso per loro non ci sono le copertine che hanno Cavani e Insigne ma credetemi, spesso si vince più grazie ai portatori d’acqua che alle stelle».