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ALESSANDRO CALORI, DALL’ACQUITRINO DI PERUGIA AI NUMERI DA URLO A TRAPANI

30.04.2017 | 10:55

Il calcio è fantastico perché riesce a regalare storie imprevedibili e meravigliose, individuali e di squadra. In Serie B, alla fine del girone d’andata, la situazione nella zona calda della classifica era la seguente: Latina 23, Cesena 22, Pisa e Avellino 21, Ternana 20, Trapani 13. Alzi la mano chi avrebbe scommesso un solo euro sulla salvezza diretta del derelitto fanalino di coda, alla luce dei ben 10 punti che separavano il Trapani dal miraggio del sestultimo posto. Ve lo diciamo noi: al massimo qualche tifosissimo granata “affetto” da inguaribile ottimismo. A poco fino a quel momento (2 punti in quattro partite) era valso il ribaltone che aveva portato in panchina Alessandro Calori, in sostituzione di Serse Cosmi. Il destino dei siciliani sembrava segnato: dopo aver sfiorato la Serie A qualche mese prima, finale playoff persa contro il Pescara, sembravano esserci tutti gli ingredienti per una retrocessione rapida e dolorosissima. Stagione nata male anche dietro la scrivania, leggasi voltafaccia di Faggiano in piena estate, e proseguita peggio con Sensibile, impalpabile nei suoi quattro mesi da diesse prima di venire sollevato dall’incarico a beneficio di Salvatori. Invece, la lunga sosta invernale – malgrado la cessione di Petkovic al Bologna – ha rappresentato la base di quello che, a ben vedere, ci appare come un vero e proprio miracolo sportivo. Il nuovo tecnico ha segnato la svolta nelle tre settimane piene che ha avuto a disposizione per lavorare, resettare tutto – o quasi – e rivisitare tatticamente la squadra, basandosi sul caposaldo della difesa a quattro. Al tirar delle somme, se la regular season finisse oggi il club del Comandante Morace sarebbe salvo, dall’alto dell’attuale sestultima posizione con due punti di vantaggio sul Brescia, ironia della sorte l’ultimo team che aveva allenato Calori prima di trascorrere un anno e mezzo in naftalina.

Pur di rientrare nel giro Alessandro ha accettato la panchina più infuocata, cinque mesi dopo ne esce da leone. Premesso che l’opera deve ancora essere completata nelle tre rimanenti giornate, il Trapani nel girone di ritorno ha viaggiato a ritmo promozione, nel senso pieno della locuzione: secondo posto alle spalle della Spal, capolista anche nel periodo de quo con 38 punti. A fronte dei 31 messi in carniere da Coronado e compagni. Un mega bottino figlio di 9 vittorie (l’ultima ieri al “Provinciale”, griffata dai senatori Nizzetto e Barillà, contro l’Entella), 4 pareggi e 5 sconfitte. Nella seconda metà del torneo nessuno ha segnato quanto il Trapani (30 gol all’attivo, 19 subiti): un cambio di passo sensazionale che porta la firma, nitidissima, del 50enne tecnico aretino, per il quale è finalmente arrivato il momento di sorridere dopo tanta gavetta e innumerevoli flop. Fino a qualche mese fa, infatti, l’unica gioia di Calori in panchina risaliva alla stagione 2009-10, quando aveva condotto il Portogruaro alla prima storica promozione in B. Per il resto essenzialmente delusioni, quasi tutte in cadetteria. In ordine cronologico: Triestina (esonero), Sambenedettese (esonero), Avellino (retrocessione da subentrato), Padova (esonero), Novara (esonero da subentrato) e Brescia (retrocessione da subentrato). Quest’ultima (2014-15) come seconda avventura alla guida delle rondinelle, la prima era stata tutto sommato positiva: salì sul treno in corsa all’inizio dell’annata 2011-12 e restò all’ombra del Rigamonti fino alla fine della stagione 2012-13, venendo eliminato dal Livorno in semifinale playoff.

Procedendo a ritroso, Alessandro, nato il 29 agosto del 1966 ad Arezzo, squadra nella quale si formò a livello giovanile, da difensore centrale ha vestito le maglie di Montevarchi, Pisa, Udinese, Perugia, Brescia e Venezia. Al “Friuli” l’esperienza più lunga, durata otto anni. Gli bastò invece una sola stagione in Umbria per iscrivere il suo nome, a caratteri cubitali, nella storia del nostro calcio. Suo fu infatti il gol dell’1-0 finale che, nell’impraticabile acquitrino del “Renato Curi” legittimato da Collina, decise Perugia-Juventus il 14 maggio del 2000. Beffa atroce all’ultima giornata per i bianconeri di Ancelotti, Zidane, Del Piero e Pippo Inzaghi, festa grande per la Lazio di Eriksson, Mancini, Nedved e Simeone, raccolta col suo popolo all’Olimpico con orecchie alle radioline. Piccola curiosità: dopo quella partita Calori e Carletto Mazzone volarono a Brescia, mentre a Perugia si insediò proprio quel Serse Cosmi che Alessandro ha sostituito lo scorso 3 dicembre. Gli incroci del calcio…

 

Foto: Sports World Cards – sito ufficiale Trapani