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AFFIDABILITÀ E VOGLIA DI RISCATTO: SIRIGU, IL NUOVO GUARDIANO DI MIHA

27.06.2017 | 09:25

“Sono molto felice, non vedo l’ora di cominciare”: poche ma precise parole, quelle proferite da Salvatore Sirigu ieri a Milano, intercettato nei pressi degli uffici di Urbano Cairo. Oggi il portiere abbraccerà anche formalmente il Torino. Per il club granata era il primo obiettivo, lo specialista sardo aveva un altro anno di contratto con il Psg, a circa tre milioni netti, ma ha preferito rescindere e rinunciare ad un bel po’ di quattrini pur di coronare il sogno di rientrare in Italia. Aveva lasciato il Bel Paese all’età di 24 anni : fu uno dei primissimi acquisti (per circa 4 milioni di euro) della gestione qatariota sotto la Tour Eiffel, in quell’estate del 2011 Al-Khelaifi prese dal Palermo anche El Flaco Javier Pastore, costato oltre dieci volte in più per la gioia di Maurizio Zamparini. Ci ritorna da figliol prodigo trentenne, dopo un’annata da archiviare in fretta, costatagli la Nazionale e trascorsa in Spagna, per metà (in panchina) a Siviglia con Sampaoli a preferirgli regolarmente Sergio Rico, e per metà tra i pali del derelitto Osasuna, retrocesso a suon di goleade (subite) in Segunda Division. Il Toro gli ha proposto un ingaggio da 1,2 milioni come base fissa, cifra che – con i bonus – potrà lievitare fino ad un milione e mezzo a stagione.

Procedendo a ritroso nella carriera di Sirigu, per la verità le stagioni da dimenticare nella sua epopea oltre confine sono state due, consecutive. Già, perché di fatto la sua avventura da protagonista all’ombra del Parco dei Principi si è conclusa il 7 luglio del 2015, allorquando il Paris Saint-Germain annunciò in pompa magna l’acquisto di Kevin Trapp dall’Eintracht Francoforte. Un fenomeno molto presunto, il tedesco, che dopo la prima stagione da titolare quest’anno si è alternato tra i pali con Alphonse Areola. Probabilmente Salvatore nulla ha da invidiare ad entrambi. Tutt’altro, ma son problemi del Psg. Nei quattro anni precedenti per Totò tutto era filato liscio: titolare inamovibile e incetta di trionfi sintetizzabile nel palmarès complessivo che annovera quattro Ligue 1, due Coppe di Francia, tre Coppe di Lega francese e altrettante Supercoppe. Sirigu saluta Parigi dopo 190 presenze nelle varie competizioni (30 in Champions League), oltre al riconoscimento individuale quale miglior numero uno del massimo campionato d’oltralpe ricevuto nel 2013 e nel 2014. Affidabilità nelle uscite, reattività tra i pali, autorità nel comandare la difesa: il tutto dall’alto dei suoi 192 centimetri di altezza (per 82 kg). Queste le qualità che hanno avuto modo di apprezzare Les Parisiens, dopo gli appassionati italiani, e che per oltre sei anni gli avevano garantito in pianta stabile un posto in Nazionale maggiore: non poche le 17 apparizioni accumulate da vice Buffon, dopo aver difeso la porta azzurra anche nelle rappresentative giovanili, dall’Under 18 all’Under 21.

Ora per Salvatore, nato a Nuoro il 12 gennaio del 1987, è arrivato il momento di riavvolgere il nastro con l’Italia, intesa come nazione che lo ha visto formarsi calcisticamente (Posada, Siniscola, Puri e Forti, prima di entrare, storia del 2002, nel settore giovanile del Venezia). E poi affermarsi in Sicilia, dopo i due anni in Primavera e le esperienze in prestito tra le file di Cremonese (C1, 2007-08) e Ancona (Serie B, 2008-09). Il grande calcio iniziò ad accorgersi di lui nel 2009-10, alla sesta giornata di Serie A, quando Zenga lo preferì a Rubinho nella trasferta contro la Lazio e lui rispose con diverse parate salva risultato, a protezione dell’1-1 finale. Dopo l’ex Uomo Ragno, sulla panchina del Palermo trovarono spazio nell’arco di due campionati Delio Rossi e Serse Cosmi, che non poterono che confermare la scelta di Walter: a partire da quella partita dell’Olimpico, l’affidabilissimo Totò Sirigu dalla porta rosanero non uscì più, al punto da meritarsi la chiamata del danaroso Psg, da oggi a tutti gli effetti il passato. Il presente invece si chiama Toro, con tanta voglia di riscattarsi agli ordini del sergente Sinisa Mihajlovic.

Foto: Les Transferts